sabato 5 settembre 2020

TORNARE A CASA di Dörte Hansen - Fazi Editore


TORNARE A CASA
Dörte Hansen
Fazi Editore
319 pagine



"La prima estate senza cicogne fu un segno, e quando in autunno gli spinarelli dal ventre bianco presero a galleggiare nell'acquitrino, anche quello fu un segno. “È la fine del mondo” diceva Marret Feddersen e ne vedeva i segni dappertutto.

SINOSSI


Quando un bambino nasce in un paesino di provincia dove di bellezza non c’è neanche l’ombra, è figlio di una ragazzina affetta da ritardo mentale e fin da piccolissimo viene messo in piedi su una cassa a spillare birra al bancone di una locanda, il fatto che da adolescente frequenti il liceo è piuttosto sorprendente; se poi diventa un professore universitario e decide di lasciarsi tutto alle spalle, l’evento è più unico che raro, e in paese c’è chi lo vive come un tradimento. 
Nel momento in cui, alla soglia dei cinquant'anni, l’uomo fugge da una vita accademica insoddisfacente e da un’ambigua convivenza a tre in un appartamento in cui non si diventa mai adulti per tornare a casa e prendersi cura dei nonni – Sönke, l’oste arroccato nella sua locanda semiabbandonata, ed Ella, che la vecchiaia ha reso capricciosa e imprevedibile –, due realtà apparentemente inconciliabili si scontrano, dando vita a una crepa profonda dalla quale tutto torna a galla. 
Il ritorno a Brinkebüll diventa così un’occasione per riscoprirsi e reinventarsi: ci sono conti da saldare, ruoli da invertire e tante tappe da rivisitare prima di muovere il primo passo verso il cambiamento.



RECENSIONE


SCENA INIZIALE.

INQUADRATURA, CAMPO LUNGHISSIMO.

BRINKEBÜLL. ESTERNO - GIORNO

"Un'antica terra morenica, levigata e scalfita...Di bellezza neanche l'ombra. Solo terra nuda, una terra che sembrava devastata e sfinita."

Campi di granoturco, la strada centrale del paese tutta bitorzoluta affiancata da ippocastani, con fattorie piene di animali e fango, poche auto, tanti i bambini che scorrazzano per i campi, pieni di trattori e di contadini che faticano.


PERIODO: SECONDO DOPOGUERRA.

ZOOM - INTERNO - GIORNO

Locanda di campagna: fiori di plastica dietro le finestre sporche, tende vecchie e ingrigite: dietro il bancone c'è Sonke Feddersen che spilla le birre e versa la grappa Kummerling ai pochi avventori abituali dell'osteria; mentre in cucina Ella Feddersen si occupa del cibo.

E poi c'è Marret, la figlia dei due osti, che percorre le strade di Brinkebüll con i suoi zoccoli bianchi cantando e dicendo ai quattro venti che si sta avvicinando la fine del mondo...

“... era svitata. Riusciva a sentire il verso dei pipistrelli e a trovare pietre focaie nei campi arati ma a Ella non era d’aiuto. Marrett Feddersen sembrava vivere dietro una parete di vetro. Dovevi gridare o sbracciarti per raggiungerla e a a volte il vetro era pure appannato. (...) Marret era svitata, già prima della fase degli zoccoli e della fine del mondo. Ma neanche completamente pazza, era un pò una via di mezzo. Un groviglio di persona, come un gomitolo ingarbugliato, ravvolto male.”

Un angolo dello Schleswig-Holstein, in Frisia settentrionale, vicino al Mar del Nord, dove la gente parla il dialetto locale, il basso tedesco, che il maestro del paese, Steensen, cerca in tutti i modi di sradicare dai suoi alunni.



INQUADRATURA - CAMERA-CAR

PERIODO: TRENT'ANNI DOPO, META' ANNI 60.


Ingwer Feddersen, il protagonista del romanzo, è in macchina e sta andando da Kiel al suo paesello dove lo aspettano Sonke ed Ella, i suoi genitori-nonni ormai anziani, bisognosi di cure e prossimi ai settant'anni di matrimonio, per cui stanno organizzando nella loro locanda le Nozze di Ferro, con pochi invitati e i Buffalos con le loro complicate coreografie country sulle note di Ring of fire.

Il Dr Ingwer,  "professore universitario, docente e direttore degli scavi, scuole superiori a Husum, università e dottorato a Kiel", che si è preso un anno sabbatico per occuparsi a tempo pieno dei suoi genitori-nonni, ripercorre le strade deserte della pianura della Geest con Don't let it bring you down di Neil Young in sottofondo, mentre con la mente torna indietro con gli anni a quando era un bambino e poi ragazzo.

Ecco come immagino questo romanzo trasposto cinematograficamente, magari diretto da Ozpetek o Ken Loach....Che ne dite, riuscite ad visualizzarlo?

Ma cosa succede al paesello quando arrivano le macchine per portare il progresso, così sconvolgendo la vita dei suoi abitanti? 
Si procede alla ricomposizione fondiaria: gli ingegneri del catasto ridisegnano il volto del paese, riclassificano le aree, rivedono le misure dei campi e come in un gioco spostano di qua e di là i perimetri dei terreni in barba alle disposizioni ereditarie contadine tramandate da decenni di padre in figlio.

Ora il paesaggio non è più lo stesso, il progresso non ha modificato solo il paesaggio: ha portato anche i pannelli solari, le turbine eoliche, le donne guidano le macchine per recarsi al supermercato e negozi storici come quello di Dora Koopmann chiudono, fattorie scompaiono e altre si ingrandiscono.

In tutto ciò anche la locanda di Sonke l'oste subisce cambiamenti: "la birra del dopolavoro si era estinta. Nei paesi gli uomini avevano smesso di farsi la bevuta al volo prima di cena, una capatina all'osteria al ritorno dalla mungitura o dall'officina. La gente si era tolta quell'abitudine come del riposo pomeridiano, ormai quasi nessuno si concedeva un sonnellino nel corso della giornata. E non venivano neanche più a farsi il cicchetto mattutino alla domenica. I giovani padri andavano in piscina con le mogli e i figli, oppure dovevano accompagnare la prole alle partite di calcio. (...) Il loro posto di lavoro era altrove, in paese ci abitavano e basta, avevano hobby a cui dedicarsi. Non si sedevano più al bancone da Sonke Feddersen, a fumare, tracannare birra e amari, a spiegarsi il mondo ascoltando ballate pop al juke-box."

E Sonke, senza rimpianti per un passato che non tornerà più, ha già pensato al futuro, a migliorare la locanda e a farci entrare il progresso: peccato che suo figlio-nipote abbia altri piani, andare al liceo e poi all'università...

Trent'anni dopo Ingwer Feddersen, con la locanda sulla coscienza e con i "vecchi agli sgoccioli", cerca di rimediare a quello che non è riuscito a fare: "Ingwer non sapeva quanto dovesse a Sonke, a quanto ammontassero i suoi debiti, poteva solo immaginarselo. Ingratitudine, slealtà, tradimento, era già un bel gruzzoletto". 

E così Ingwer si ritrova a pulire finestre, togliere polvere da ficus vecchi, cucinare, stare dietro al bancone, portare Ella a passeggio per le strade di Brinkebüll con il deambulatore, lavare Sonke, mettergli l'olio, aiutarlo a vestirsi, sempre meglio sbrigare tutte queste incombenze che stare a Kiel: i venti mesi di servizio civile presso una casa di riposo lo hanno preparato a corpi decadenti, con piaghe da decubito, e tutto ciò gli riesce abbastanza bene. 


"Lui voleva chiudere le cose per bene, avrebbero giocato a padre-madre-figlio, scambiandosi i ruoli. Questione di mesi, forse un anno, ormai a loro non doveva restare molto".

A Sonke basta arrivare alla soglia dei settant'anni di matrimonio, alle fatidiche Nozze di ferro, per cui tutto è già organizzato...

"Aveva visto gli archivi delle rovine di Brinkebüll, ora gli riveniva in mente tutto ciò di cui aveva nostalgia. Quel senso di felicità e vertigine che si provava a stare seduti su un carro per il raccolto, con la faccia tutta nera dalla semina del fieno, in cima alle balle, dove vibrava tutto. Stare appoggiati ai massi caldi d'estate, quando facevano una pausa caffè nei campi. La torta nel paniere e il succo freddo".

Ed è questa l'emozione che mi ha lasciato Tornare a casa, una grande nostalgia e malinconia...

Un romanzo in cui passato e presente vanno a braccetto, in cui la quotidianità è la chiave di lettura, ma senza che tutto ciò scada nel banale: mi ha ricordato molto Stoner.



VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟


📌 Consigliato a chi....piacciono le storie reali, piene di umanità.



⏩CONOSCIAMO L'AUTRICE



È nata nel 1964 in un paese vicino a Husum, nella Frisia settentrionale, e ha frequentato l’Università di Amburgo. 
Ha studiato svariate lingue, tra cui il gaelico, il finlandese e il basco, e ha conseguito un dottorato in Linguistica. 
In seguito ha lavorato come autrice per la radio e la stampa. 
Tornare a casa, il suo secondo romanzo, è stato promosso a bestseller dell’anno da «Der Spiegel» e dai librai tedeschi. 
Ha vinto il Grimmelshausen-Preis e il Rheingau Literatur Preis. 




Nessun commento:

Posta un commento

Chiara e la principessa rivoluzionaria

  Chiara e la principessa rivoluzionaria Ciao Chiara, innanzitutto voglio darti il benvenuto sul mio Blog letterario. Oggi parleremo del tuo...