venerdì 18 settembre 2020

ENTROTERRA di Tea Obreht - Rizzoli


ENTROTERRA  
Tea Obreht
Rizzoli

448 pagine


"Morton Hole aveva confini rassicuranti: a ovest della città si stendeva la ricca pianura, punteggiata fino al Missouri di gente abbastanza matta o robusta da coltivarla; a est scorreva il Mississippi, con i suoi grandi carichi di tronchi, che procedevano sobbalzando insieme a quelli di suo padre nel loro lento corso a valle."

SINOSSI

Le terre dell'Arizona nel 1893 sono ancora sconfinate e lo è anche il cielo, teso e ininterrotto, che fa loro da specchio. Un luogo impietoso e gonfio di silenzi che chiede alla vita di muoversi piano, con attenzione, obbedendo all'essenziale. Se si restringe il campo, in tanta vastità spuntano due esistenze: entrambe in affanno, entrambe attraversate e ferite dal rumore sottile che scava la solitudine. Nora Lark è una risoluta donna di frontiera che aspetta il ritorno del marito, partito in cerca di acqua, e dei due figli maggiori, scomparsi dopo uno scontro acceso. Vive, all'ombra del canyon, nell'insediamento di Ash River, con l'altro figlio, un delicato bambino di otto anni convinto che una bestia misteriosa si aggiri nei pressi della loro casa.
Giunto in America dal Medio Oriente quand'era un ragazzino, Lurie Mattie è un fuorilegge assillato dai fantasmi, dai quali scappa imbarcandosi in una fortunosa spedizione per quelle gialle pianure - asciutte, spettrali, già violentemente strappate agli indiani - al seguito di un gruppo di uomini taciturni che si muovono cavalcando cammelli.


RECENSIONE

Cosa ci fa un drappello di cammelli e dromedari nel bel mezzo delle sconfinate praterie dell'Arizona nel lontano 1893?

E cos'è la bestia fantasma che il figlio di Nora Lark, Toby, vede nei dintorni di casa e che lo atterrisce così tanto?

Ma partiamo da Edward Fitzgerald "Ned" Beale, che compare nel romanzo e che solo dopo aver finito il romanzo ho scoperto che è veramente esistito, chi era?

Ufficiale di marina, generale militare, esploratore, uomo di frontiera, sovrintendente agli affari indiani, allevatore della California, diplomatico e amico di Kit Carson , Buffalo Bill Cody e Ulysses S. Grant, ha combattuto nella guerra messicano-americana ed è diventato famoso, tra le altre cose, per aver trovato una soluzione per i trasporti di persone e cose tra l’est e l’ovest degli Stati Uniti, in terre per lo più sprovviste di acqua: infatti, propose di usare cammelli e dromedari, animali in grado di sopportare fatiche considerevoli senza soffrirne, facendoli arrivare direttamente dall'Africa; fu così che il 29 aprile 1856 la nave Supply e il suo equipaggio, partiti dall'Egitto, arrivarono a Indianola nel Tennessee e dopo alcuni giorni di acclimatamento a Camp Verde, vicino a San Antonio, e poi in Colorado e Arizona.

Ed è proprio per Beale che si troverà a lavorare, suo malgrado, Lurie Mattie, un fuorilegge che per scappare da uno sceriffo attraversa le gialle pianure dell'Arizona in groppa a Burke, il suo cammello, a cui si rivolge in prima persona per tutto il romanzo e con cui ha un'amicizia molto toccante; Lurie, il "piccolo levantino irsuto", figlio di un immigrato, Hadziosman Djuric di Mostar.

Intervallata al racconto di Lurie, c'è la storia di Nora Lark, una risoluta donna di frontiera che aspetta il ritorno del marito, partito in cerca di acqua, e dei due figli maggiori, scomparsi dopo uno scontro acceso e che vive, all'ombra del canyon, nell'insediamento di Ash River…⁣

E se Lurie parla per tutta la durata del romanzo al suo cammello, Nora parla alla figlia Evelyn, morta da tempo, e si occupa di Josie, una cugina che fa la medium e sente i morti.

Alla fine queste due storie si intersecheranno in un modo inaspettato...

Un protagonista a tutti gli effetti, accanto agli altri, è senza ombra di dubbio il paesaggio americano con le sue lande desolate e le sue terre inospitali ma al contempo magnifiche, e la Obreht è bravissima nel descriverlo facendo sentire il lettore di essere proprio lì.

"Restammo sul treno una settimana, passando fattorie e campi dorati e capanni fumanti in cima a poggi grigi, fino al punto in cui il Missouri si assottigliava in piane fangose. La cittadina era una striscia di case e recinti da bestiame. I fianchi delle colline circostanti erano irti di mozzoni d’albero. La strada era punteggiata di carri, carichi di rami massicci."

 

Il mito della frontiera, della conquista dell'ovest americano pervade tutto il romanzo - e mi ha ricordato Lonesome Dove che ho da poco finito di leggere - ma qui la scrittrice Obreht lo reinventa in un modo molto particolare, all'occidentale, introducendo il soprannaturale e un realismo magico nella vastità del selvaggio west americano!

Una scrittura scorrevole ed evocativa che saprà conquistare il lettore appassionato di avventure, sebbene in alcune parti lo abbia trovato un pò lento!



VOTO: 🌟🌟🌟🌠


📌 Consigliato a chi....piacciono i romanzi d'avventura!



CONOSCIAMO L'AUTRICE


E' nata a Belgrado, nel 1985. Ancora bambina, a causa della guerra, è emigrata prima in Egitto e poi negli Stati Uniti. Con L’amante della tigre ha vinto il prestigioso Orange Prize ed è stata finalista al National Book Award. Per Rizzoli è disponibile il suo secondo romanzo Entroterra.


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