|
GHEULA CANARUTTO NEMNI |
"Mi chiamo Gheula, sono un’ebrea italiana orthodox (sì, il contrario di Unorthodox:) osservante , orgogliosa di appartenere alla nazione più antica del mondo.
Pochi mesi dopo essere uscita in shidduch con il mio futuro marito, mi sono sposata.
Avevo 19 anni. ero innamorata pazza.
Il giorno dopo il matrimonio ho indossato la parrucca.
A 20 anni ho avuto la mia prima figlia. Ho capito di aspettare un bambino quando sono svenuta davanti alla segreteria dell’università.
Mi sono laureata in Economia e Commercio, quando avevo quattro figli in casa ad aspettarmi, ho frequentato un master in amministrazione, finanza e controllo, ho insegnato in Bocconi per otto anni.
Nel frattempo ho contribuito ad innalzare la media nazionale dei figli di qualche punto.
Ho lasciato la docenza per contribuire a migliorare il mondo attraverso le parole.
In Italia si sente molto poco la voce degli ebrei. Forse perché siamo proprio noi a stare troppo in silenzio.
Come piccoli semi gettati nell'aria, prego che i miei pensieri arrivino dove ce n’è più bisogno.
Il motto della mia vita si condensa in tre frasi, dette dal maestro Hillel.
Se non sarò per me chi sarà per me?
Ma quando sono per me cosa sono?
Se non ora, quando?
Dopo 120 anni, quando la mia anima tornerà al suo Creatore, non mi verrà domandato: Gheula, perché non sei stata Rita Levi Montalcini? No, mi verrà chiesto, Gheula perché non sei stata Gheula?
Ognuno di noi è prigioniero. Ma tutti sediamo sulle chiavi della nostra libertà."
Questa riportata qui sopra è la presentazione che Gheula Canarutto Nemni ha fatto di se stessa e che ha poi riversato nel suo libro Ascoltare l'infinito, di cui potete trovare la recensione in un articolo del blog.
Qui di seguito, invece, potete leggere l'intervista che ho fatto a Gheula.
Buona lettura!