mercoledì 7 settembre 2022

Recensione 'Racconti di due Americhe. Storie di disuguaglianza in una nazione divisa' di John Freeman - Mondadori

                            

Racconti di due Americhe. Storie di disuguaglianza in una nazione divisa  
John Freeman | Mondadori | Traduzione di Federica Aceto



Racconti di due Americhe” è stato curato da John Freeman, uno dei fondatori della rivista letteraria “Freeman’s” e lui stesso prolifico saggista. 

Questa sua nuova antologia racconta di crisi e di cambiamenti sociali.

A narrare le mille sofferenze di questa nazione profondamente divisa ci hanno pensato trentasei tra i più importanti scrittori americani contemporanei grazie alla forza delle loro storie, dei loro saggi e delle loro poesie, che finiscono per comporre un affresco al tempo stesso veemente e ricco di sfumature.

Recensione

"Come facciamo a vivere tranquilli quando sappiamo che altre persone non possono godere dei nostri stessi agi?"

L’America è spezzata. 

Non c’è bisogno di statistiche per capirlo: basta visitare una qualunque città, qualunque angolo degli Stati Uniti, dagli Appalachi alla California, fino al Texas. 

Il divario tra i più ricchi e i più poveri è diventato una voragine un tempo inimmaginabile. 

A mettere in pericolo il sogno americano sono la spaventosa disuguaglianza, l’ingiustizia sistematica, il radicamento del razzismo, le politiche immigratorie, le tendopoli a due passi da zone commerciali con negozi che sono sempre meno a portata di tutte le tasche, le masse di senzatetto che si trascinano per le vie delle città, le discriminazioni sessuali, la famelicità con cui la finanza depreda i più poveri con prestiti che rasentano lo strozzinaggio. 

Nella sua appassionata introduzione al libro, Freeman osserva come basti camminare per una città americana con gli occhi spalancati per espandere radicalmente la nostra capacità di empatia e di solidarietà, per non parlare della nostra determinazione a lavorare per qualcosa di meglio. 

In questa antologia troviamo 36 contributi di scrittori - tra tutti, Joyce Carol Oates, Sandra Cisneros, Richard Russo, Kiese Laymon, Chris Offutt, Roxane Gay, Eula Bliss - che offrono al lettore un "quadro di riferimento completamente nuovo" (e questo 'quadro' è riferito al 2017, anno in cui è uscito questo libro in America e quando c'era ancora Trump).

"Morire di gentrificazione: l'omicidio di Alex Nieto e il sacco di San Francisco" di Rebecca Solnit, per esempio, è un resoconto giornalistico dell'uccisione da parte della polizia di Alejandro Nieto nel 2014 a San Francisco; "Mobilità" di Julia Alvarez è una rivisitazione personale di un incontro che ha avuto con una giovane donna latina di cui ha incontrato una a tarda sera mentre è bloccato in un aeroporto. “Leander” di Joyce Carol Oates racconta la storia immaginaria di una donna bianca benestante che cerca l'accettazione all'interno di un'organizzazione locale Black Lives Matter; “Come” di Roxane Gay crea una storia straziante di donne che lottano per sfuggire alla loro famiglia violenta.

E poi ancora, in "Fratello di sangue" Sara Smarsh racconta di suo fratello che per sbarcare il lunario dona plasma; Kiese Laymon in "Fuori" ricostruisce le vicissitudini di un amico condannato per droga a una pena più alta rispetto ai bianchi; in "Il servo inutile" Ann Patchett narra la difficile situazione di un gruppo di senzatetto che si sforzano di mettere radici domestiche.

Da questi racconti non vengono di certo esclusi neanche i 
maschi bianchi americani che, in un saggio di Richard Russo, stretti fra disoccupazione, precariato, perdita di ruolo e identità hanno trovato in Trump uno specchio: “Chi è venuto dopo Steinbeck e gli altri grandi narratori che hanno raccontato la classe lavoratrice americana?”. 

Racconti di due Americhe è il secondo della trilogia di libri dedicati alle trasformazioni del mondo curata di John Freeman: il primo, Tales of two cities (2014), è dedicato a New York e l’ultimo, Tales of two planets (2020), al cambiamento climatico.

"Il legame tra letteratura, vita reale e giustizia sociale è decisivo. Una delle più grandi barriere all'uguaglianza qui in America è la fallace concezione dell'eccezione. Ragionano così: se qualcuno è in grado di diventare Ceo da una condizione di povertà allora il sistema americano funziona. La verità è che se sei povero è molto probabile che resterai povero. L'uguaglianza resta uno dei più grandi obiettivi da perseguire, e questo libro è un tentativo di rendere più salda la connessione tra chi non ha problemi e chi invece li deve affrontare ogni giorno. Un'antologia a più voci mi sembra il modo migliore per farlo. Ho voluto dare questa struttura sinfonica proprio per uscire dall'idea di qualcuno contro qualcun altro e per concentrarci sul noi (https://www.repubblica.it/cultura/2022/05/03/news/intervista_john_freeman_cancel_culture_antologia_racconti_di_due_americhe-347982729/)

 🌟🌟🌟


⏩ CONOSCIAMO L'AUTORE

John Freeman è un'icona della critica letteraria e della pubblicistica contemporanea. 

Già presidente del National Book Critics Circle ed ex direttore della prestigiosa rivista Granta, nell'arco della sua pluriennale attività ha dato prova di essere un brillante talent scout e un critico di intuito (quasi) infallibile. 

Attualmente è executive editor di Literary Hub e insegna alla New School e alla New York University. 

Oltre a La tirannia dell'e-mail ha firmato Come leggere uno scrittore – una raccolta di interviste a grandi narratori e poeti del secondo Novecento –, il libro di poesie Map e Dizionario della dissoluzione, di prossima pubblicazione in Italia. 

Ha inoltre curato Tales of Two Cities e Tales of Two Americas, due importanti antologie di scritti sull'ineguaglianza rispettivamente dedicate a New York e agli Stati Uniti. 

Nel 2015, dopo l'esperienza a Granta, ha fondato la rivista letteraria Freeman's, che è divenuta un punto di riferimento per autori ed editori di tutti i paesi. 

Tra le sue colonne, Freeman's ha dato spazio alle parole di scrittori già noti al grande pubblico e, soprattutto, a tantissimi nuovi talenti della letteratura mondiale. 

Gran camminatore, ha visitato in lungo e in largo – e rigorosamente a piedi – le città in cui ha soggiornato negli ultimi decenni.


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