martedì 20 luglio 2021

Recensione LE RADICI DEL FIORDALISO di Erika Casali e Anna Lisa Manotti

 

Le radici del fiordaliso | Erika Casali e Anna Lisa Manotti | 428 pagine


Tra la prima e la seconda Guerra Mondiale, quando i venti di guerra spazzavano le pianure da est a ovest e da ovest a est, i bielorussi hanno combattuto con e contro tutti per avere un Paese da chiamare casa.⁣

Un rivoluzionario russo, un’indipendentista bielorussa, un nazionalista e una studentessa polacchi, un orfano dalle origini incerte, una Giovane Sionista di Sinistra e un ebreo indifferente alla propria religione, sono le voci narranti del romanzo.⁣

Si può crescere senza conoscere le proprie origini? Quante volte ci si può rialzare dopo essere caduti? È possibile tener fede a un ideale quando sei il solo a farlo?⁣

Le radici del fiordaliso è il primo libro della Trilogia della Russia Bianca, un progetto complesso in cui si abbozza una Bielorussia che è un sogno ancora oggi.⁣

RECENSIONE


Il romanzo segue le vicissitudini personali e familiari di un numero variegato di personaggi dell’Europa orientale in un periodo compreso fra il 1918 e il 1944; tali vicende si sovrapporranno, creando dei legami invisibili fra i protagonisti.

In Bielorussia, a pochi mesi dal termine della Grande Guerra, la vita di Leopold Nowakoski viene sconvolta da alcuni eventi che accadono in rapida successione...

In Russia, Sergej Petrov, membro della polizia segreta, per senso del dovere sposa la figlia di un prigioniero con cui suo padre aveva preso accordi...

Nel frattempo, dopo la Notte dei Lunghi Coltelli, la famiglia ebraica di Roza Wiatrow decide di lasciare Berlino alla volta del nuovo stato ebraico costituito da Stalin, passando per la Bielorussia...

Tanti i personaggi di questo imponente romanzo storico, così tanti che all'inizio si trovano tutti in un elenco divisi per nazionalità.

Troviamo così i russi con Sergej Petrov, Aleksandra Poltoraknova, Anastasja Petrovna e Nikolaj Petrov; i bielorussi con Olga Seviola, Vera Maslovskaja, Szymon Woznac, Marek; i polacchi con Leopold Nowakoski, Jarek, Malgorzata, Luiza Zawaski, Krzysztof, Jarek e Helena Nowakoski; gli ucraini con Oleg e Viktor; infine, i tedeschi con la famiglia Wiatrow.

Questo, in effetti, è un elemento del libro che ho trovato eccessivo, i troppi personaggi: una storia un po' troppo affollata e difficile da seguire.

D'altronde, per onestà, nelle premesse "Osservazioni sulla lingua" le due scrittrici hanno informato il lettore della multiculturalità dell'epoca nella rappresentazione nazionale dei personaggi e di quella linguistica: "La nostra è stata una scelta combattuta, ma ponderata, abbiamo forse accresciuto il grado di difficoltà per il lettore, così da rispettare la molteplicità di quella che era la composizione etnografica della Bielorussia."

Avrei preferito, per esempio, che ogni nuovo capitolo iniziasse con il nome del personaggio interessato in modo da agevolare il lettore nella lettura della storia.

Krzysztof Mazur è un orfano con una grande fame di risposte: chi è? Da dove viene? Una persona come può essere completa se non sa chi sia la sua famiglia e perché lo ha abbandonato?

"Le persone che non conoscono i genitori possono vivere come gli altri? Un albero senza radici cade. Devo scoprire chi sono e da dove vengo, in questo modo potrò decidere chi voglio diventare."

Per rispondere a queste domande Krzysztof compirà un lungo viaggio che lo traghetterà dall’infanzia all’età adulta.

Oleg Kravets è un ucraino emigrato benestante e di buona famiglia emigrato a Minsk qualche anno prima spinto dal desiderio di vivere in un ambiente più vivace. È una persona sana, nei principi e nelle abitudini, ha lo sguardo limpido dietro cui, suo malgrado, nasconde qualche scheletro.

La storia viene raccontata in prima persona da ciascun personaggio trasmettendo così il proprio vissuto personale intrecciato alla situazione storica dell'epoca.

“Siamo dissidenti, oppositori, predicatori, agitatori: siamo nemici del popolo. L’unico soluzione è allontanarci, recintarci, isolarci.”

Mi è molto piaciuta la tecnica narrativa usata per introdurre il romanzo: il manoscritto redatto da un ufficiale della Polizia segreta, trovato dal KGB, conservato presso la Casa dei Scrittori e poi rinvenuto insieme ad una lettera di presentazione dello stesso scrittore, che intendeva inviare e far pubblicare in Occidente. Molto affascinante!

Chapeau a queste due autrici perché si tocca con mano che dietro questo romanzo storico c'è una ricerca storiografica e geografica immane che si estende anche agli usi, alle tradizioni, ai paesaggi urbani e rurali, ai dialetti, ai modi di dire, alle mode, ai spettacoli in scena in quel momento, alla valuta e persino al tempo atmosferico!

Per esempio nel romanzo il lettore potrà trovare piatti tipici come: i Kopytka - piatto della cucina tradizionale polacca, che somigliano molto a degli gnocchi di patate; i Draniki, una specie di frittella di patate fritta in olio con cipolle, uova e aglio; il Cholodnik, simile al borscht, si prepara con foglie di barbabietola, panna acida, uova e patate bollite.

Nel panorama editoriale ci sono milioni di libri - romanzi, saggi e biografie - dedicati al periodo storico che va dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra e anche i punti di vista sono stati numerosi - tedesco, italiano, inglese, americano, russo - ma questo romanzo, secondo me, si caratterizza per la sua particolare visione da un punto di vista insolito ossia quello della Bielorussia, una terra che è sempre stata oggetto di conflitti tra più Stati, tanto da essere stata occupata e divisa, e che ancora oggi risulta essere una terra difficile.

E' passata dall'essere parte dei territori russi all'alba della Prima Guerra Mondiale a essere sotto il controllo tedesco dopo la Pace di Brest-Litovsk - uno Stato cuscinetto tra la Germania e la Russia - a diventare nel 1918 la Repubblica Popolare di Bielorussia; ad essere nuovamente occupata dai russi prima e poi dai polacchi; ad essere divisa con la Pace di Riga tra Unione Sovietica, per la parte orientale, e Polonia, per la parte occidentale, subendo un processo di polonizzazione marcato, arrivando a vietare l'uso della lingua bielorussa.

Le radici del fiordaliso - Trilogia della Russia Bianca: libro I è il titolo del romanzo, ma da cosa deriva? Dal fatto che il fiordaliso è il fiore nazionale della Bielorussia detta anche Russia Bianca.

Ora aspettiamo l'uscita del secondo capitolo di questa trilogia!

“Nessuno di noi è privo di ferite aperte e cicatrici. Mi chiedo se le terremo addosso fino alla morte, e se questo è il futuro che ci aspetta: il filo spinato in cui saremo impigliati e da cui dovremo districarci continuamente, cercando di farci meno male possibile.”


🌟🌟🌟🌠


⏩ CONOSCIAMO LE AUTRICI


Erika Casali

Sono nata a Bologna negli anni 80, ma da quasi venti vivo all'estero, muovendomi spesso anche se non abbastanza per i miei gusti. Ho vissuto e studiato in Russia e Caucaso del Nord e ora vivo in Grecia.

Di formazione, e professione, sono traduttrice di letteratura per adulti, ragazzi e bambini, ma sono anche scrittrice. Ho pubblicato una serie di storie illustrate con testo a fronte in italiano e inglese per Tiny Publishers negli Stati Uniti, ho curato la traduzione di una raccolta di fiabe popolari greche per Write Up Site uscito a maggio 2020, creo storie per Il Giornalino e G Baby di edizioni San Paolo, il mio primo romanzo per ragazzi è uscito per Risma a settembre 2020.

Ha tradotto romanzi con Mondadori, Beisler, Fogliodivia, Multiplayer, Bis edizioni, La rondine, Genensis Publishing, Macrolibrarsi.

Sono moderatrice del forum Writer’s Dream, sito dedicato agli autori, principianti o meno, che mette in contatto case editrici e scrittori.


Anna Lisa Manotti ed Erika Casali


Anna Lisa Manotti

Diplomata all’Istituto Magistrale e laureata in Servizio Sociale, non ho mai esercitato la professione preferendo il mondo dell’educazione.

Da dodici anni sono insegnante presso una scuola dell’infanzia di Parma.

Da sei, insieme a un amico, conduco e scrivo Gocce di Storia, un podcast sulla storia che si può trovare all’indirizzo www.goccedistoria.it

Frequento il forum di scrittura Writer’s Dreams su cui scrivo racconti brevi, questo è il mio primo romanzo.

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