martedì 29 giugno 2021

Recensione Ɩᒪ ᑕᗩᑎƬO ᗪƐᒪ ᑎƐᗰƖᑕO di ƬOᑎƳ ℎƖᒪᒪƐᖇᗰᗩᑎᑎ - HarperCollins


Ɩᒪ ᑕᗩᑎƬO ᗪƐᒪ ᑎƐᗰƖᑕO | ƬOᑎƳ ℎƖᒪᒪƐᖇᗰᗩᑎᑎ | HarperCollins | 384 pagine


Ogni omicidio è di per sé un abominio, ma c’è qualcosa di terribilmente inquietante nella vittima scoperta in un luogo isolato della riserva navajo: il cadavere ha la bocca piena di sabbia e sulla scena del crimine non ci sono né tracce né indizi utili. 
Al punto che Joe Leaphorn, tenente della polizia navajo, si ritrova contro ogni buon senso a sospettare che ci sia lo zampino di una qualche creatura soprannaturale. 
La presenza del Male è palpabile, e le indagini su un misterioso stregone-lupo lo condurranno dove persino i più coraggiosi hanno paura, su una pista agghiacciante che dal misticismo conduce al delitto. 


RECENSIONE

Il canto del nemico è il primo episodio della serie dedicata a Joe Leaphorn, alle prese con un delitto efferato e inspiegabile in un thriller carico di atmosfera sullo sfondo degli Stati Uniti occidentali.

“Il protagonista di The Blessing Way (Il canto del nemico) doveva essere un antropologo, non Joe Leaphorne. Per ragioni di trama avevo bisogno di un poliziotto navajo. Man mano che la storia lievitava e io mi familiarizzavo con i personaggi, provavo sempre maggior interesse per lui. Alla fine del romanzo mi ci sono affezionato e nelle storie successive ho dato sempre maggior corposità a Joe Leaphorne”. 

Ecco come è nata la serie di Tony Hillerman dedicata a Joe Leaphorne, agente della polizia tribale della grande riserva navajo fra Arizona, New Mexico e Utah.

Profondo conoscitore del grande Ovest e delle riserve dei nativi americani, Hillerman ha costruito nel corso dei suoi romanzi un universo narrativo in cui le indagini poliziesche condotte dal pragmatico tenente della polizia navajo Joe Leaphorn – che guarda con scetticismo molti dei vecchi usi tribali – e dal giovane e appassionato sergente Jim Chee – che invece crede nelle antiche divinità e aspira a diventare sciamano – si intrecciano a un elemento più squisitamente thriller.


"Da ragazzo sono cresciuto con i nativi. Erano i miei amici, i miei compagni di scuola e di giochi…La cosa più importante che fa sembrare i Navajo diversi da un bianco di città è il fatto che sono poveri, sono cresciuti in totale isolamento e hanno tutti gli atteggiamenti di chi è originario di un ambiente rurale. Anch’io ero povero, isolato e di campagna, di conseguenza sono cresciuto con gli stessi atteggiamenti".




Ed è proprio grazie a questa fusione tra modernità e spiritualismo che Hillerman è considerato un maestro internazionale del mystery ed è diventato nel tempo un autore di culto.

'Il canto del nemico' uscì nel 1970 in America con il titolo 'The Blessing Way', la prima serie mistery ambientata nel mondo dei pellerossa, un giallo etnico.

Uscito poi in Italia nel 1993 per Mondadori con il titolo Il canto del nemico, oggi è stata pubblicata questa nuova edizione per Harper Collins.

La serie di libri più popolare di Hillerman, i suoi misteri Navajo, si svolge all'interno e intorno alla Riserva Navajo nell'Arizona nord-orientale e nel New Mexico nordoccidentale.​ 

Questi romanzi descrivono persone, sia native che non native, che lottano per mantenere le tradizioni nel mondo moderno.​ 

La sua scrittura, così ricca di materiali etnografici e antropologici, ha raccolto riconoscimenti da Hillerman da tutto il mondo, sia come pluripremiato autore di romanzi polizieschi sia come attivo sostenitore dei diritti dei nativi americani.

In questo primo romanzo della serie, la cultura navajo, come quella degli anasazi (un popolo nativo del Nord America) che abitavano i pueblos, la fa da padrona e detta i tempi fin dalle prime pagine insieme alle descrizioni dei luoghi, alle sconfinate zone desertiche della riserva e alla natura selvaggia, che diventa lei stessa un personaggio della storia.

Le descrizioni vivide dei paesaggi, le immagini di canyon desolati, di arenarie e arido terriccio, che fanno da sfondo a tutto il romanzo, sono veramente magiche, ma per i miei gusti forse sono un po' eccessive rispetto alla trama. 

E anche la caratterizzazione dei personaggi, a parer mio, è un po' debole, ma suppongo che sia da addebitare al fatto che sia il primo romanzo in cui appaiono il tenente Joe Leaphorne e l'antropologo Bergen McKee; altro punto debole è che il protagonista  Joe Leaphorne appare in secondo piano rispetto a Bergen, tant'è che sembra proprio l'antropologo ad essere il personaggio principale.

“Perché mai una Via del nemico? Pensò a quel rituale scaturito dagli scontri tra i diné (i Navajo) e gli ute; a quanto ne sapeva, lo si utilizzava solo quando i membri del popolo tornavano a casa dopo essere rimasti per qualche tempo lontani dalla riserva… si ricordò ciò che aveva detto la donna: lo stregone era un forestiero…”

Se vi piace il mistery, il crime, con una nota di misticismo e cultura nativa americana, questo è il romanzo che fa per voi!


🌟🌟🌟



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