martedì 8 dicembre 2020

Recensione QUELLO CHE E' STATO di Mimmo Rafele - Fandango Libri



Quello che è Stato | Mimmo Rafele | Fandango Libri | 315 pagine


1 maggio 1947, Portella della Ginestra. Lucio ha 15 anni e con i genitori sta celebrando la festa del lavoro. In un attimo la folla viene crivellata di colpi, Lucio si ritrova coperto dal sangue della madre, accanto a lui anche il padre muore sotto i suoi occhi, tenendo ancora stretta la bandiera rossa.

Lucio rapido la raccoglie e scappa. A compiere la strage, scoprirà subito dopo, è stato il bandito Giuliano, d’accordo con dei signori ben vestiti che il ragazzo non conosce.

Ormai orfano, Lucio si imbarca clandestino su una nave, dove conoscerà Calogero Frangipane, ambiguo avvocato palermitano che lo prende sotto la sua protezione. Ed è a Napoli che, grazie a Frangipane, Lucio entra in strani giri, quello dei femminielli e dei piccoli delinquenti che cercano di sopravvivere, quello dei ricchi e dei malavitosi, di Lucky Luciano, degli americani e della destra eversiva del secondo dopoguerra.

Ma è sempre a Napoli che Lucio si avvicina ai comunisti di Napolitano e Amendola, è a Napoli che scopre l’amore e compie la sua prima spedizione punitiva, tessendo un pericoloso doppio gioco tra le due parti – i neri e i rossi – impegnate in una sotterranea e violentissima guerra civile.

                                              Recensione


"Questo romanzo, come tutti i romanzi, nasce da altri romanzi.

Voglio dire che c’è sempre (non solo, ma soprattutto) un’ispirazione letteraria nel processo di concepimento di un storia. Nel mio caso la scintilla è scoccata leggendo quello che per me è un grande libro: American Tabloid di James Ellroy.

Racconta i drammatici anni ‘60 – la presidenza Kennedy, la sua tragica fine, la crisi di Berlino e quella di Cuba, quando il mondo arriva a un passo dall’Apocalisse nucleare – ma lo fa un punto di vista eccentrico e provocatorio.

I protagonisti, inventati dall’autore, sono oscuri poliziotti che sbrigano il lavoro sporco, si occupano delle miserie e delle nefandezze che si celano dietro le “verità” ufficiali, agenti più che coperti, nascosti, perché le loro missioni sono innominabili.

Mi sono detto: perché non fare qualcosa di simile con la storia italiana del dopoguerra, così intessuta di misteri, di eventi oscuri mai chiariti, popolata da personaggi ambigui, indecifrabili?

Forse soltanto la letteratura può raccontare l’irraccontabile, illuminare gli angoli bui della nostra memoria collettiva, sottoposta a troppe censure e troppo spesso impoverita da un frettoloso oblio."

Quanto mi piace sentire l'autore raccontare il processo che lo ha portato a scrivere quel particolare romanzo! E a voi?

Come se non bastasse al termine di questo romanzo ci sono note bibliografiche molto interessanti e, ciliegina sulla torta per una cinefila come me, le note filmografiche!

Tante le suggestioni e le ispirazioni per questo libro, tra cui Giuseppe Casarrubea - scrittore e storico siciliano - con Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato, Lupara nera e con Mario J. Cereghino Tango connection, Nicola Tranfaglia, Piero Orsetti, Pasquale Chessa: tutte opere che analizzano  carte desecretate e passaggi cruciali della storia italiana del dopoguerra rimasti per troppo tempo nell'oscurità.

"Ricerche e testimonianze che mi hanno consentito di far vivere personaggi di fantasia in un contesto storico rigorosamente verificato, secondo il canone manzoniano che invita a mescolare realtà e finzione, romanzesco e storico, con un occhio alla riformulazione pop che ne fa nei suoi film Quentin Tarantino."

I film citati nel libro sono tanti e alcuni li ho individuati: Sciuscià di De Sica, L'angelo azzurro di Josef von Sternberg, La corazzata Potemkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, Gilda di Vidor....


1 maggio 1947: sono circa duemila i lavoratori che si riuniscono a Portella della Ginestra, una località montana del comune di Piana degli Albanesi, vicino Palermo, per festeggiare la recente vittoria del Blocco del Popolo, l'alleanza tra i socialisti di Nenni e i comunisti di Togliatti alle elezioni dell'assemblea regionale siciliana.


Verso le 10 del mattino numerose raffiche di mitra lasciarono sul terreno undici morti e ventisette feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate: fu una strage, organizzata da Salvatore Giuliano insieme ai suoi uomini, per combattere il comunismo.

E tra questi undici morti ci sono i genitori di Lucio, il protagonista di questo romanzo, che dedicherà la sua vita per inseguire il suo impulso primario che lo condizionerà, la Vendetta! 

E per percorrere questa strada vedrà, imparerà e farà cose che non avrebbe mai immaginato di poter fare.

Mi è piaciuto molto, da appassionata di storia quale sono, lo sfondo storico di tutto il romanzo: racconta una parte della storia italiana del secondo dopoguerra che ancora oggi non è molto chiara, anche e soprattutto per il coinvolgimento delle potenze straniere, tra cui, la più importante, quella americana, decisa a far sì che l'Italia non diventi una Nazione filo-sovietica, e che troverà un aiuto anche in Cosa Nostra.

"Scelba legge il foglietto che contiene e si concede un sorriso. Il presidente De Gasperi ha passato il Rubicone, l'alleanza di governo con comunisti e socialisti sta per essere seppellita una volta per tutte. Tempo qualche settimana e l'Italia avrà una guida politica filo-americana e, soprattutto, antisovietica. Di conseguenza anche a Palermo i partiti democratici si uniranno nel nome della pace e del progresso, schiacciando i Rossi all'opposizione".

Nel corso della narrazione vedremo un giovane Giulio Andreotti diventare Sotto-segretario alla Presidenza del Consiglio: "ragazzo tarchiato, con una gran testa infossata nelle spalle e gli occhiali senza montatura".

Un Giorgio Napolitano che si affaccia sulla scena politica italiana.... "...e allora compagni, sono onorato di dare la parola al segretario federale di Napoli e Caserta, il compagno Giorgio Napolitano! Giorgio Napolitano si mette in piedi, è molto alto, sovrasta il segretario di tutta la testa."

E anche un giovane compagno sardo di nome Enrico Berlinguer....

E' interessante anche il ritratto dipinto dallo scrittore della Chiesa di Roma, insieme alla politica, e il suo ruolo per opporsi all'avvento del comunismo in Italia:

"(Pio XII) Da mesi ormai si rivolge al Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e al ministro dell'Interno Mario Scelba cercando di avere un quadro della situazione. Dalla capillare rete informativa della chiesa, le parrocchie sparse in tutto il paese, arrivano ogni giorno segnali allarmanti. I consensi per il Fronte Popolare sono in continuo aumento, il rischio che i comunisti e i loro alleati socialisti vincano le elezioni di primavera è sempre più alto. Una prospettiva che terrorizza Sua Santità, profondamente irritato col governo italiano che, a suo avviso, non fa abbastanza per combattere quel mortale pericolo. il Pontefice rimprovera a De Gasperi e al suo partito, la Democrazia cristiana, di incaponirsi a rifiutare un accordo politico con la Destra dello schieramento politico italiano. Fare blocco col partito dell'Uomo Qualunque e, soprattutto, con i nostalgici del fascismo, garantirebbe la vittoria contro la Sinistra, che per parte sua non si fa scrupolo di mettere insieme comunisti, socialisti, anarchici e ogni altro seguace del demonio!"

Nel romanzo emerge il ruolo avuto dall'America per far sì che il comunismo non dilagasse in Italia: l'appoggio americano alla causa anticomunista si concretizza in americani inviati in Italia per mettere a punto una strategia contro l'avanzata rossa..."Il Mostro, l'Anticristo, l'immonda Bestia dell'Apocalisse di Giovanni. Il nemico mortale di Santa Romana Chiesa, ben più pericoloso del fascismo e dello stesso nazismo, ai cui vertici c'erano comunque dei cristiani e non degli atei dichiarati."

Ma se da una parte c'è lo schieramento contro il comunismo, dall'altra ci sono uomini che lottano, invece, affinché non vinca la Destra: anche qui ci sarà un appoggio esterno, della Russia, Arkadij Sergeevic Antonov, agente segreto del Kominform, l'organizzazione di raccordo dei partiti comunisti europei, aiuterà Lucio e gli farà scoprire un mondo a lui sconosciuto e col quale si confronterà.

Ho trovato veramente considerevole il lavoro di ricerca storica dell’autore e la capacità di innestare su ciò tutta la vicenda umana di Lucio.

Al termine del romanzo, nelle note finali, l'autore:
"A tutti do appuntamento al prossimo romanzo: nella seconda parte del '900 molto altro deve ancora accadere e la vendetta di Lucio Cuccia è lontana dall'essere compiuta".

La storia di Lucio, quindi, non si esaurisce qui ma continuerà....NON VEDO L'ORA!


🌟🌟🌟🌟🌠


CONOSCIAMO L'AUTORE


Mimmo Rafele è un regista e sceneggiatore italiano. 

Nella sua carriera ha collaborato con Gianni Amelio, Bernardo Bertolucci e Giuseppe Bertolucci. 

Ha sceneggiato, tra l’altro, le stagioni 8, 9 e 10 de La piovra, La città del sole, per la regia di Gianni Amelio, con Lidia Ravera Oggetti Smarriti e Amori in corso, per la regia di Giuseppe Bertolucci e Il giovane Mussolini per la regia di Gianluigi Calderone. 

Ha scritto nel 2009 con Giancarlo De Cataldo La forma della paura (Einaudi Stile libero) e nel 2014 Ultimo requiem con suo figlio Nicola Ravera Rafele.


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