ESORTAZIONE ALLA FILOSOFIA, POTENTINE, ABBICCÌ DELL’ARTISTA Giuseppe Turturiello Eretica Edizioni 86 pagine |
"Essere un artista significa quindi compenetrare le idee platoniche del mondo, compenetrare quell’abisso insondabile in cui vive l’uomo, rappresentando quell’insondabile attraverso un’opera artistica. Alla fin fine, un artista è l’uomo che viene a capo della vanità del mondo."
RECENSIONE
La nuova opera di Giuseppe Turturiello.
È una raccolta di tre saggi filosofici.
Scrive l’autore:
Devo dire che il saggio che più mi è piaciuto è sicuramente quest'ultimo, in cui passa dalla filosofia alla letteratura in modo agevole e veramente interessante.
Scrive l’autore:
“Il primo, L'esortazione alla filosofia, è un saggio che cerca di spiegare le ragioni per cui si dovrebbe studiare filosofia, mi sono ispirato all'esortazione di Aristotele (i frammenti) e Giamblico per scriverla.
Con il secondo saggio, Potentine, svolgo delle dissertazioni su alcuni concetti filosofici classici: il fatalismo, il piacere, ecc... Mi sono ispirato a Cicerone per scriverla, con le sue famose Tuscolane.
Il terzo saggio, L'abbiccì dell'artista, è invece una mia riflessione personale sul ruolo che gioca l'arte nel mondo, attraverso l'artista e la sua produzione stessa.
Ho scritto questo libro nell'arco di due anni. L'esortazione l'ho scritta almeno quattro volte prima di darla alle stampe. Se volete conoscere qualcosa di originale, fuori dai soliti schemi accademici, vi consiglio di leggerla”.
A me ha sempre affascinato la filosofia che ho imparato ad amare fin dal liceo classico grazie anche e soprattutto a professori appassionati che hanno trasmesso la loro passione a dei giovani studenti desiderosi di sapere, come eravamo…
Con il secondo saggio, Potentine, svolgo delle dissertazioni su alcuni concetti filosofici classici: il fatalismo, il piacere, ecc... Mi sono ispirato a Cicerone per scriverla, con le sue famose Tuscolane.
Il terzo saggio, L'abbiccì dell'artista, è invece una mia riflessione personale sul ruolo che gioca l'arte nel mondo, attraverso l'artista e la sua produzione stessa.
Ho scritto questo libro nell'arco di due anni. L'esortazione l'ho scritta almeno quattro volte prima di darla alle stampe. Se volete conoscere qualcosa di originale, fuori dai soliti schemi accademici, vi consiglio di leggerla”.
A me ha sempre affascinato la filosofia che ho imparato ad amare fin dal liceo classico grazie anche e soprattutto a professori appassionati che hanno trasmesso la loro passione a dei giovani studenti desiderosi di sapere, come eravamo…
La prima cosa che mi ha subito colpito è stata l'accuratezza del libro dal punto di vista stilistico/editoriale: sia per il tipo di carattere usato che per la qualità della carta, la cui consistenza al tatto è veramente piacevole!
In questo libricino molto curato - è veramente una chicca - Giuseppe Turturiello porta il lettore a porsi le domande fondamentali sull'esistenza e a riflettere sulla filosofia, parlandoci di alcuni dei filosofi più importanti: per citarne alcuni, Epicuro, Platone, Schopenhauer, Socrate, Cicerone...
Ma che cos'è la filosofia? A cosa serve? Perché si studia?
"La filosofia è la scienza che ha come fine ultimo quello di spiegare tutti i perché che ruotano intorno all'esistenza umana."
A queste domande l'autore cerca di rispondere nel primo dei saggi proposti - L'esortazione alla filosofia - e come il filosofo Diogene, che cercava l'uomo con la sua lanterna, anche Turturiello cerca "gli uomini che più si distinguono per meriti morali e intellettuali, intorno alla salvezza della loro anima...sempre che quest'anima esista".
Le riflessioni del filosofo proseguono nel secondo saggio - Potentine - in cui approfondisce i concetti di anima e corpo con una digressione storica e a tal proposito prende ad esempio come filosofi, Epicuro, Schopenhauer e Kant, e poi sconfinando nella filosofia moderna con Cartesio e Pascal.
"Mi sono sempre chiesto che cosa mai sia questo piacere, ovvero quel piacere che Epicuro definì essere lo scopo metafisico da raggiungere in questa vita. E più ci ho pensato e più ho convenuto che esso altro non è che la conservazione fisica dell'idea platonica dell'individualità".
Da qui passa poi al concetto, all'idea e al significato di fatalismo - intendendo "quel qualcosa che determina una volta e per sempre tutte le nostre azioni tanto a priori quanto a posteriori." - per arrivare a una sua speculazione personale sulla teoria fatalista: la vita è il prodotto del mero caso!
Infine nell'ultimo scritto - Abbiccì dell’artista - l'autore sviluppa il concetto di arte, di artista e la sua figura:
"Essere un'artista significa compenetrare le idee platoniche del mondo, compenetrare quell'abisso insondabile in cui vive l'uomo, rappresentando quell'insondabile attraverso un'opera artistica. Alla fin fine un'artista è l'uomo che viene a capo della vanità del mondo."
Entra poi nello specifico analizzando alcune figure artistiche in ambito letterario che hanno spiccato, tra cui Omero, Euripide, Dante, Camus, Leopardi...
Con uno stile prosaico molto dotto e ricco, Giuseppe Turturiello ci regala questi tre saggi che vanno letti e assaporati molto lentamente, senza fretta, e tornando anche più volte sui concetti illustrati, per recepirne a fondo l'intimo significato…
Super consigliato!
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