domenica 12 luglio 2020

ACQUA DI SOLE di Bianca Rita Cataldi - Harper Collins


ACQUA DI SOLE
Bianca Rita Cataldi
Harper Collins
274 pagine

"Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice lo è a modo proprio".



SINOSSI

PUGLIA 1956. UNA FAMIGLIA DI PROFUMIERI E UNA DI COLTIVATORI DI FIORI. UNA BAMBINA E UN BAMBINO. UN INCONTRO CHE CAMBIERÀ TANTE VITE.

È l'ultimo giorno del 1955 e sulla campagna intorno a Bari cade leggera la neve, come non si vedeva da tempo. 


A casa Gentile c’è subbuglio: sta per nascere un bambino. Ma l'urlo della madre fa capire che qualcosa è andato storto. 

Per fortuna, dopo ore di paura, il Signore fa la grazia e finalmente si può festeggiare il lieto evento, e il nuovo anno. 

Anche perché lavorare è impossibile: fuori è tutto bianco, e gli uomini della famiglia non possono recarsi nei campi per occuparsi dei fiori che da generazioni danno da vivere ai Gentile. 

Gli stessi fiori che, sotto un'altra forma, danno da vivere anche ai Fiorenza, la più importante famiglia di profumieri di Bari...


RECENSIONE

Due famiglie: i Capuleti e i Montecchi... ah no, quella è un'altra storia....


In questa storia ci sono i Gentile e i Fiorenza.

E qui non siamo a Verona, ma a Terlizzi, vicino a Bari, e le due famiglie protagoniste di questo romanzo non sono in conflitto tra di loro, anzi.

Ma cosa lega le due famiglie?
Terlizzi è denominata città dei fiori per la sua intensa attività florovivaistica nell'economia della cittadina e sono proprio i fiori coltivati nei campi dei Gentile che li legano ai Fiorenza, che con i fiori fanno i profumi e li vendono.

Siamo nell'Italia del 1955, nella ricostruzione del dopoguerra.


Il romanzo si apre il giorno della vigilia di capodanno quando tutta la famiglia dei Gentile è in trepida attesa e in ansia per la nascita di una bambina, Nella, figlia di Elisa e Aldo Gentile, e si chiuderà - sarà un caso? - con la nascita di un'altra bambina, ma a voi scoprire di chi sarà questa bambina.

La famiglia e i valori della famiglia sono al centro di questo romanzo: da una parte i Gentile, famiglia di contadini che parlano il dialetto e che sono abituati ad una dimensione domestica -  "...famiglia affiatata, allegra e piena di vita"; dall'altra, i Fiorenza, i cittadini che abitano al centro di Bari, in una villa signorile.

Sono le storie di Michele Gentile e Teresa e Vittoria Fiorenza, cugine, che si intersecano tra loro e che ci portano nelle vite di queste due famiglie.

Michele, che abita a Terlizzi con i suoi genitori Giulio e Margherita, con i nonni e gli zii, nel cd. focolare domestico, dove c'è sempre una tazzina di caffè pronta, dove non mancano le risate, ma neanche i dissidi, come in tutte le famiglie; Michele, a cui piace andare a scuola dove c'è il professore Tempesta; Michele, che per guardare per la prima volta in televisione il festival di Sanremo deve mettersi sotto il balcone di un terlizzese - abbasc' o vescue - con la neve che scende copiosa; Michele che da scuola porta di nascosto alla zia Elisa - la zia "studiata" - i romanzi e in cambio riceve i giornali che lei riesce a prendere dai bar.
"Guardò sua madre, lei era la prima lettera dell'alfabeto, il punto di riferimento essenziale, e all'altro capo suo padre, la zeta, che gli guardava le spalle. Più o meno al centro, in un punto che non riusciva a collocare, zia Elisa, la lettera indefinibile con le braccia aperte, l'unica Gentile che sembrava non essere una Gentile: proprio la kappa. Era tutta lì, la trama della sua vita, l'alfabeto che costituiva la parola. Famiglia."
E poi c'è zia Maria, che durante la settimana lavora a Bari per poi tornare al paese per il fine settimana dal marito: non ha figli, ma vuole un mondo di bene a questo nipote Michele, che vede sprecato per la scuola di Terlizzi. 

Raccogliendo tutto il coraggio che ha, quindi, a Bari va a parlare con l'unica persona che può aiutarla: Adriano Fiorenza - che una volta che si è recato a Terlizzi per vedere i fiori coltivati per i suoi profumi ha portato con sé la figlia Teresa, la quale ha conosciuto Michele e giocato con lui - e gli chiede un consiglio su come iscrivere il nipote alla scuola privata a Bari dove andrà anche Teresa.

Poi, Vittoria, che Michele conosce nella nuova scuola a Bari, dove la zia Maria è riuscita ad iscriverlo attingendo ai propri risparmi personali: Vittoria, una ragazzina che si trova nel limbo tra fanciullezza ed età adulta e che non riesce ancora a capire come spiccare il volo.

E, infine, Betta, che qualche problema di sicuro ha e che per la sua stranezza viene malvista dalla sua famiglia, ma non proprio da tutti: Vittoria, infatti, le è molto legata perché la sente simile a sé.
"Non si capiva cosa avesse: l'avevano portata dai medici migliori di Bari e poi, quando non aveva funzionato, anche a Roma, ma niente. Qualcuno aveva parlato di isteria, qualcun altro di male della luna. Ciascuno dava le proprie ricette miracolose, litri di medicine amare da buttare giù, ma lei era sempre se stessa: sempre Betta, con uno sguardo spiritato negli occhi e una smorfia storta sulle labbra."
E ancora, ci sono nonna Ninetta e nonno Nino, zia Margherita, zio Mauro, nonno Claudio e nonna Isabella, che fa le sedute spiritiche con altre comari per scoprire dove si nasconde la figlia Betta, andatasene di casa.

Tanti i personaggi che affollano questo romanzo, come tante sono le persone che abitano in una famiglia: ognuno con il proprio ruolo ben definito ed è attraverso gli occhi di Michele che li conosciamo.

Questo è un romanzo dolce, delicato, che lascia in bocca il sapore e l'atmosfera delle feste in famiglia; è un romanzo che si gusta piano piano, con la scrittura elegante di Bianca Cataldi che accompagna il lettore a conoscere queste due famiglie e il significato di famiglia.

Ed è un romanzo che mi lascia anche molta nostalgia, la nostalgia dei ricordi di quando ero piccola: di quando a Natale ci ritrovavamo in tanti attorno ad un tavolo per festeggiare, con la tombola e le briscole, e che se anche si aggiungeva qualcun'altro all'ultimo era una gioia; la nostalgia delle feste di compleanno, tutti con il vestito da festa, le torte da mangiare e i regali da aprire; la nostalgia delle vacanze al mare tutti quanti insieme ed era una gioia; la nostalgia della fanciullezza, della spensieratezza...
"Michele ancora non poteva saperlo, ma la vita nella casa grande dei nonni avrebbe conservato tutta la sua infanzia per sempre, come uno scrigno. Ciò che per lui, all'epoca in cui la viveva, era pura quotidianità, avrebbe un giorno assunto le tinte seppia del ricordo e sarebbe diventato ancora più prezioso. (...)E lui guardava la nonna che sgranava i piselli in una ciotola sul ventre come fossero rosari, zia Elisa che staccava le punte ai fagiolini e percepiva quell'allegria lieve che elettrizzava la cucina quando il sole della primavera si infilava negli angoli delle stanza come un liquido dorato. michele sapeva di venire da lì, da quella luce, da quell'allegria. Poteva frequentare la scuola a Bari, farsi vedere nella casa dei Fiorenza, andare in villeggiatura con loro, ma era un Gentile che pensava, parlava e scriveva in dialetto, anche quando era convinto di usare l'italiano. E gli stava bene così".
Il romanzo, al termine della storia, non ha una fine chiusa, ma lascia uno spiraglio per un possibile seguito: ci sarà? 

Vista la mia curiosità, ho chiesto direttamente alla fonte ovvero a Bianca Cataldi e mi ha confessato che in effetti c'è un progetto, ma che è ancora tutto in una fase embrionale: quindi, incrociamo le dita e speriamo di leggere il seguito!




📌 Consigliato a chi...ama le storie di famiglia e le saghe familiari!



VOTO: 🌟🌟🌟🌟





⏩ CONOSCIAMO L'AUTRICE

Bianca Rita Cataldi è nata nel 1992 a Bari dove ha conseguito la laurea magistrale in Filologia Moderna e si è diplomata in pianoforte in conservatorio. 
È editor, correttrice di bozze e traduttrice. 
Finalista al Premio Campiello Giovani 2009, ha esordito nel 2011 con il romanzo Il fiume scorre in te, edito senza contributo da Booksprint Edizioni. 
Il suo secondo romanzo, Waiting room, si è classificato finalista del Premio Villa Torlonia 2012 ed è stato pubblicato nel 2013 da Butterfly Edizioni, conquistando nel 2015 il primo posto del Premio Letterario Internazionale Maria Messina. 
Da agosto 2015 è in tutte le librerie Isolde non c’è più, Les Flâneurs Edizioni, menzione speciale al Golden Book Awards 2016. 
Da febbraio 2018 è in libreria il romanzo I fiori non hanno paura del temporale, HarperCollins Italia. 
Attualmente vive a Dublino, dove sta conseguendo il dottorato di ricerca presso la School of Languages, Cultures and Linguistics dello University College Dublin ed è tutor di lingua italiana presso la stessa università.


Nessun commento:

Posta un commento

Chiara e la principessa rivoluzionaria

  Chiara e la principessa rivoluzionaria Ciao Chiara, innanzitutto voglio darti il benvenuto sul mio Blog letterario. Oggi parleremo del tuo...