mercoledì 6 maggio 2020

CITTÀ SOMMERSA di Marta Barone - Bompiani



CITTÀ SOMMERSA
Marta Barone
Bompiani 
304 pagine

"I remember a house where all were good  to me, God knows, deserving no such thing." 

SINOSSI

Il ragazzo corre nella notte d’inverno, sotto la pioggia, scalzo, coperto di sangue non suo. Chiamiamolo L.B. e avviciniamoci a lui attraverso gli anni e gli eventi che conducono a quella notte. A guidarci è la voce di una giovane donna brusca, solitaria, appassionata di , e questo romanzo è memoria e cronaca del confronto con la scomparsa del padre, con ciò che è rimasto di un legame quasi felice nell’infanzia felice da figlia di genitori separati, poi fatalmente spinoso, e con la tardiva scoperta della vicenda giudiziaria che l’ha visto protagonista. Chi era quello sconosciuto, L.B., il giovane sempre dalla parte dei vinti, il medico operaio sempre alle prese con qualcuno da salvare, condannato al carcere per partecipazione a banda armata? E perché di quel tempo – anni prima della nascita dell’unica figlia – non ha mai voluto parlare? Testimonianze, archivi e faldoni, ricordi, rivelazioni lentamente compongono, come lastre mescolate di una lanterna magica, il ritratto di una persona complicata e contraddittoria che ha abitato un’epoca complicata e contraddittoria. Torino è il fondale della lotta politica quotidiana con le sue fatiche e le sue gioie, della rabbia, della speranza e del dolore, infine della violenza che dovrebbe assicurare la nascita di un avvenire radioso e invece fa implodere il sogno del mondo nuovo generando delusione e rovina. 

RECENSIONE


"Questa storia ha due inizi: almeno due, perché, come tutti quello che ha a che fare con la vita, è sempre difficile stabilire cosa inizi e quando, quale vertigine di casi fortuiti esista dietro ciò che sembra avvenire all'improvviso, o quale viso si è girato verso un altro in un momento del passato dando il via alla catena accidentale di eventi e di creature che ci ha portato a esistere. Innanzitutto - questo passo dirlo con discreta certezza - sono nata. (...) Il secondo inizio della storia, anche se allora non ne avevo la minima idea, coincide con l'autunno dei miei ventisei anni, quando lasciai la casa e la città dove avevo passato tutta la vita e andai a vivere a Milano."

Mentre leggevo il libro mi capitava di andare ogni tanto con la memoria alle foto di mio papà da piccolo, poi da ragazzo, giovanotto e da neosposino con mia mamma - tutte foto che trovo a casa dei miei genitori. 
Ogni volta che mi soffermo a guardarle, non posso fare a meno di pensare a come fosse mio padre da giovane, cosa provasse, che sogni avesse, come si immaginava il suo futuro... 

Da figlia non è facile separare il papà dall'uomo, operazione che mi è venuta più facile quando sono diventata genitore anch'io. 


“A seconda della circostanza lo vedevo scivolare dietro una maschera diversa. C’erano l’intellettuale pensoso, il lirico della natura, il compagnone sempliciotto, anche il padre ispirato, purtroppo, e tutte riuscivano a produrre il loro effetto: ammirazione estasiata nel pubblico, fastidio incommensurabile in me”.

E quando mio papà mi parla della sua gioventù, mi affascinano i suoi racconti sugli anni '70, quando lavorava in fabbrica, sugli scioperi selvaggi, sui suoi ricordi su quello che accadeva, sulle stragi... 

Ecco, questo libro mi ha riportato alla memoria tutti questi racconti. 


Ma ho anche altri racconti, di persone conosciute per il mio lavoro, che si sono trovate dall'altra parte della barricata, magistrati che hanno lavorato negli anni di piombo, delle Br: e  questi racconti mi fanno accapponare la pelle... 



E questo romanzo è tutto ciò... 


È la storia di quegli anni, che hanno segnato in modo indelebile la storia dell'Italia, ma è anche soprattutto la storia di una ricerca e di un ritrovamento, quello di suo padre Leonardo Barone, L. B.

Marta Barone, che è cresciuta con sua madre, sa poche cose  di lui: per esempio, non sa quasi nulla del processo affrontato dal padre negli anni '70 e la cui memoria difensiva trova a casa della madre dopo la sua morte. 

"Motivi del ricorso in Cassazione proposto dal dott. Leonardo Barone, nato a Monte Sant'Angelo il 26/12/1945 e residente in Torino in via V...,difeso di fiducia dall'avvocato M. S. contro la sentenza 19 giugno 1986 (n. 11/86) della 2° Corte di Assise d'Appello di Torino che riformando in punto pena la sentenza di primo grado lo ha condannato a... anni di reclusione per il reato di partecipazione a banda armata. PARTECIPAZIONE A BANDA ARMATA". 

Da qui inizia una ricerca, la sua ricerca per ritrovare quel padre che ha conosciuto poco e di cui ha pochi ricordi. 

" Di lui non sapevo un granché. Oltre al fatto che quando siamo giovani ci limitiamo a constatare che i nostri genitori esistono, e non ci interessiamo molto di loro, io e mio padre avevamo vissuto in case diverse per oltre vent'anni, e in alcuni periodi di lunghezza variabile non ci eravamo parlati o ci eravamo frequentati pochissimo. Avevamo, come si suol dire, rapporti difficili."

Marta Barone inizia un cammino solitario: interroga le persone che hanno conosciuto suo padre - come Agata, la sua prima moglie; cerca negli archivi documenti dell'epoca; ripercorre i suoi passi, alla ricerca di cosa è stato e di cosa è diventato.

Ne esce il ritratto di un uomo che è stato benvoluto da tutti, amato per la sua predisposizione ad aiutare chi ne aveva bisogno, senza tirarsi mai indietro. 

Una trama coinvolgente e suggestiva già dall'incipit, una scrittura ammaliante, ricercata e densa per questo esordio di Marta Barone; un memoriale, un percorso autobiografico, un flusso di coscienza, ma anche la cronaca di un tempo lontano da lei: memoria storica e memoria personale s'intrecciano pure fare emergere ciò che è sommerso


“Avrei voluto che questa storia me la raccontasse lui. Avrei voluto avere il tempo di sentirla. Ma in un certo senso sono consapevole che il libro esiste perché non c’è più l’uomo”. 

Questo romanzo fa parte dei dodici finalisti candidati al Premio Strega ed è stato proposto da Enrico Deaglio:

«Una giovane donna va in cerca di suo padre, morto di cancro quando era ragazza. Davanti a lei la Città, che un tempo era dominata dalla Fabbrica e dal suo sistema di vita, che nei caffè resiste sulle pareti con “la luce torbida delle carte dei cioccolatini”.Siamo a Torino e Marta Barone indaga sugli oscuri, violenti, ma anche felici Anni Settanta, di cui il padre è stato protagonista, testimone e vittima. Città sommersa, denso di pietas non immemore, è un esordio letterario fulminante.»



VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌠



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