sabato 18 aprile 2020

NON C'ERO MAI STATO di Vladimiro Bottone - Neri Pozza


NON C'ERO MAI STATO
Vladimiro Bottone
Neri Pozza
400 pagine 


"NON C'ERO MAI STATO.
Non c'ero mai stato - prima di Lenard so corteo di fantasmi - in tutti quei posti per me veramente alieni: l'Arenile, la discoteca di lago Patria, l'asse Mediano, il suo paesone della prima cintura.
Non c'ero più stato a salita Pontecorvo, da cui ho scoperto di non essermi mai mosso. Soprattutto, non c'ero mai stato, avendole sempre tenute a debita distanza, in certe regioni della mia natura e della mia storia personali.
In quella terra di nessuno e meno di tutti la mia.
Non c'ero mai stato prima di lei, prima di Lena." 

SINOSSI 

Questa è la storia di un incontro, l’incontro tra Ernesto Aloja, un editor in pensione che ha vissuto una vita a metà dedicandosi alle ambizioni degli altri, e Lena Di Nardo, una ragazza che di vite ne ha vissute tante, e ha un disperato bisogno di raccontarle. Da questo incontro nasce un rapporto tormentato e a tratti ossessivo, nel quale entrambi proveranno a mettersi a nudo, consapevoli di essere giunti a un momento cruciale della loro esistenza.


RECENSIONE 


Ernesto Aloja, un ex editor sessantenne che, dopo aver trascorso la vita a maneggiare romanzi altrui, rinunciando a scriverne uno tutto suo, decide di tornare nella sua Napoli, là dove tutto è iniziato e i cui traumi oggi cura con psicofarmaci e con le sue due amanti, Patrizia - la Macchia - e Jucara. 

"Ecco: il mio arruolamento nel mondo è coinciso con la rinuncia ad arrischiarmi di un cammino da romanziere. Ho riportato alla scelta su di una versione gregaria dell'esistenza professionale: la vita dell'editor all'ombra dell'autore. Per molti tempo, aggiungo, non ho avuto ripensamenti, considerando quella scelta come un sano venire a patti con il principio di realtà che ci rende adulti. "
Un bloc-notes immacolato... 
"Quel bloc-notes nell'espositore aveva le pagine di un bianco immacolato, come le braccia della mia donna ideale e anima gemella, che per fortuna non esiste. La carta era più liscia della pelle di Jucara, oltre che di uno spessore ideale. La rilegatura, pur contro, era nera come un breviario; fermata da un elastico come quei notes pure le impressioni di viaggio. Un regalo che mi sono concesso senza un motivo razionale. Rimarrà vuoto a parte questo volenteroso incipit."

Un dattiloscritto "venuto fuori dall'ennesima grossa busta, questa volta color senape", un racconto autobiografico, di esperienze particolari, violente, caotiche. 


"Ancora un romanzo inedito, un'altra aspirante scrittrice. L'eterno ritorno di tutte le cose. Mi sono messo a sfogliarlo credo per un riflesso condizionato. Forse per dare sfogo al nervosismo. Forse perché la speranza è l'ultima a morire. Apriamo ancora una volta le danze... "

Lena Di Nardo, trentenne aspirante scrittrice, che vive nell'hinterland napoletano e che ha alle spalle un passato difficile. 


" Le generalità dell'autrice: Lena Di Nardo. Non fa riecheggiare nulla, neanche una conoscenza occasionale...O è solo una giovane sprovveduta, senza uso di mondo, o uno spirito troppo puro per leccarti le scarpe. Il titolo, ahi, fa presagire l'auto-fiction: ormai l'ultimo rifugio non dico delle canaglie ma, certamente, degli incapaci. "

E tra loro Napoli. 

Ernesto abita in un appartamento con vista su corso Vittorio Emanuele; mentre Lena vive nell’hinterland napoletano, realtà geografica difficile.


" Questa città è come la vita. Il suo nome è caos. Il suo nome è violenza. Il suo nome è istinto. Il suo modello è Babilonia. La sua realtà è Babele. Il suo cuore è abisso."

Ernesto si fa, quindi, carico di far diventare Lena una romanziera e inizia così una serie di incontri settimanali scanditi da un programma preciso e un metodo di lavoro, condizioni irrinunciabili: lui non si limiterà a una "manciata di suggerimenti episodici" e non sarà "un lavoro su commissione", ma un vero e proprio "intervento pedagogico" - che, poi, non si rivelerà riversarsi solo sul manoscritto, ma soprattutto sulla vita di entrambi.

Page turning, di settimana in settimana un nuovo capitolo, correzioni, trovare le pecche, fino a quando si arriverà alla magica parola: FINE.

"Lei ha bisogno di venire istruita e allenata da un bravo coach che la prepari a riscrivere il suo romanzo sempre meglio. Fino alla stesura finale: quella che mi stenderà pure la meraviglia. Quella che mi renderà superfluo è degno di venire soppresso, con tutti gli onori. I veri maestri sono predestinati a questo genere di sacrificio umano. Lo sanno perché fa parte della loro sapienza. Lo metabolizzano con ampio anticipo e lo trascendono in modo rituale. Vedi di adattarti per tempo a questo ordine di idee, Ernesto Aloja. "

Due mondi opposti, non solo sulla mappa: due generazioni a confronto, un rapporto tormentato, ai limiti del patologico ossessivo/possessivo, che li trasformerà in vittima e carnefice; un "CORPO A CORPO, fra me e lei. Fra maestro e discepola. Fra la sua e la mia generazione e tutte le degenerazioni a venire."

Peccato che il limite tra il romanzo e la vita sarà oltrepassato: il romanzo la travolgerà in un modo inaspettato, fatale e decodificherà la vita stessa.

La scrittura, in ultimo, aprirà la mente di Ernesto sulla semplice, terribile verità, ma si rivelerà avere anche il potere salvifico, per non smarrirsi.

Una storia molto cruda ma intensa, che porta il lettore in un viaggio tra alcool, sesso, degrado sociale: il tutto con uno stile elegante e ricercato!





VOTO: 🌟🌟🌟🌟




CONOSCIAMO L'AUTORE

Vladimiro Bottone, nato a Napoli nel 1957, vive e lavora a Torino. Ha pubblicato i romanzi L’ospite della vita (1999, selezionato al Premio Strega 2000), Rebis (2002), giunto alla seconda edizione, e Mozart in viaggio per Napoli (2003). L'ultimo suo libro è Vicaria (Rizzoli, 2015; BEAT, 2017). Collabora alle pagine culturali del Corriere del Mezzogiorno e de L'Indice dei libri del mese.

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