lunedì 2 marzo 2020

LA LINEA DEL COLORE di Igiaba Scego - Bompiani


LA LINEA DEL COLORE 
Igiaba Scego 
Bompiani 
384 pagine 


"Su, vai a Roma, - che è insieme il Paradiso, la tomba, e la città e il deserto; e passa dove le rovine s'ergono come montagne frantumate, e le gramigne fiorenti e le piccole selve profumate vestono l'ossa nude della Desolazione, finché lo spirito del luogo guiderà i tuoi passi a un declivio il cui accesso è verdeggiante, dove come il sorriso di un bambino fra l'erba sopra i morti si distende una luce di fiori sorridenti... ", Shelley. 

SINOSSI 

È il febbraio del 1887 quando in Italia giunge la notizia: a Dògali, in Eritrea, cinquecento soldati italiani sono stati uccisi dalle truppe etiopi che cercano di contrastarne le mire coloniali. Un’ondata di sdegno invade la città. In quel momento Lafanu Brown sta rientrando dalla sua passeggiata: è una pittrice americana da anni cittadina di Roma e la sua pelle è nera. Su di lei si riversa la rabbia della folla, finché un uomo la porta in salvo. È a lui che Lafanu decide di raccontarsi… 

RECENSIONE 

Stazione Termini a Roma, Piazza dei Cinquecento.

Fino al 1888 chiamata Piazza di Termini: il nome "Termini" deriva dalla vicinanza del luogo alle Terme di Diocleziano; si trova in quello che il Bufalini, nella sua pianta del 1551, definiva “altissimus Romae locus”, riferendosi al monte costituito dai riporti di terra derivati dall'apertura della via Sistina, scaricati su questa piazza.

Il monte venne spianato per costruire la prima stazione ferroviaria e dal terreno affiorarono le mura antiche, del IV secolo a.C., ma tradizionalmente attribuite a re Servio Tullio e perciò dette Serviane, tuttora visibili sulla piazza e nei sotterranei della nuova Stazione Termini.

⏩Ma perché oggi la piazza antistante la Stazione si chiama, invece, Piazza dei Cinquecento?


La piazza è dedicata ai cinquecento soldati italiani caduti nella battaglia di Dogali nel 1887: il 26 gennaio del 1887 a Dogali, in Etiopia, 548 soldati italiani vennero massacrati da oltre 7000 abissini e, in memoria del tragico evento, la piazza “di Termini” fu dedicata ai Cinquecento e vi fu eretto un monumento in granito di Baveno su disegno di Francesco Azzurri.


Tra l’altro, la notizia in Italia fece così tanto clamore che anche Gabriele D'Annunzio ne fece cenno nel suo romanzo del 1889 “Il piacere”, in cui il protagonista Andrea Sperelli definiva, infatti, i caduti di Dogali “bruti morti brutalmente”: ovviamente l'opinione pubblica italiana insorse, ma il Vate tentò una giustificazione sostenendo che il suo pensiero non era certo quello di Andrea Sperelli.

E’ in questo clima che Lafanu Brown, la protagonista, una pittrice americana dalla pelle nera, sta tornando a casa dalla sua passeggiata.

Facile immaginare quale sia la reazione della folla non appena la vede: la rabbia per la notizia appena ricevuta della tragedia a Dogali si riversa su di lei, ma un uomo riesce a portarla in salvo. 


"Voleva solo andarsene da lì. Quella Roma non era la sua Roma. Non la riconosceva più." 

Ed è da qui che ha inizio il romanzo, che procede su due binari paralleli.

Nel primo, ambientato tra gli anni ’60 e ’80 dell’800 tra gli Stati Uniti e l’Europa, Lafanu scrive all'uomo - Ulisse Barbieri - che l'ha salvata dalla folla rabbiosa il racconto della sua vita: dalla sua nascita in una tribù indiana Chippewa, all'incidente di Coberlin, all'incontro con la sua mentore Lizzie Manson, fino alla scelta di partire per l’Europa. 

"Forse sta scrivendo una lettera d'amore per lui e non lo sa. O forse vuole solo ringraziarlo. Lui è Ulisse Barbieri, l'anarchico. L'uomo che l'ha salvata dalla folla inferocita di piazza Colonna". 

Nel secondo, invece, ambientato ai giorni nostri, si legge la storia di altre due donne: Leila, vive a Roma, curatrice di mostre ed eventi, che scopre la storia di Lafanu e ne fa la sua ragione lavorativa; e Binti, sua cuginetta somala che cerca di emigrare a proprio rischio e pericolo dalla Somalia alla penisola, in un viaggio difficile che le lascerà per sempre le cicatrici, non solo fisiche. 

"Lafanu Brown non era ancora apparsa nella mia vita, ma il fato che mi avrebbe portato da lei era già in moto." 


Dall'America, all'Inghilterra, passando dalla Francia per arrivare, Lafanu arriva, infine, in Italia: Torino, Genova, Livorno, Pisa, Firenze e, finalmente, Roma! Meta tanto agognata e sognata...



Un viaggio per ritrovare le proprie origini, un viaggio ancestrale...


Ma anche un viaggio per trovare un Paese dove finalmente potersi sentire libera, a casa: semplicemente se stessa.




📍Conoscete Sarah Parker Remond e Edmonia Lewis? 





È a queste due donne, entrambe di discendenza africana, che Igiaba Scego si è ispirata per il personaggio di Lafanu: la prima è stata una ostetrica e attivista per l'abolizione della schiavitù e Edmonia una scultrice, entrambe arrivate in Italia dall'America, proprio come Lafanu. 







📍E Frederick Douglass e William Edward Burghardt Du Bois?





W. E. B. Du Bois ha scritto il libro The Souls of Black Folk, La linea del colore, a cui Igiaba si è ispirata.. 
Mentre Frederick Douglass, abolizionista e scrittore, è servito per il personaggio di Frederick, che avrà una parte importante nella vita di Lafanu... 






Il libro si conclude con due appendici, che ho trovato molto utili e interessanti tanto quanto lo stesso romanzo. 

La prima si intitola Making Of : come è nato, quale l'idea iniziale, come è stato scritto il romanzo - molto affascinante!






Nella seconda appendice ci sono bellissime fotografie di Rino Bianchi, fotografo, descrittive di alcuni luoghi fondamentali per la trama del romanzo. 









Ho trovato questo romanzo molto coinvolgente e, sebbene la trama sia alquanto complessa e i personaggi numerosi, si legge facilmente: tante emozioni! 

Oltre Babilonia del 2008, Adua del 2016 e ora La linea del colore, che chiude "la trilogia della violenza coloniale" e che vede come protagoniste indiscusse tre donne forti: Zuhra, Adua e Lafanu Brown. 

La linea del colore, quella che ognuno di noi indossa, è quella che ancora divide, ma per Lafanu Brown ha voluto dire la vita...





VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

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