mercoledì 12 febbraio 2020

SOLO LADRI E ASSASSINI di Paul Howarth - HarperCollins


SOLO LADRI E ASSASSINI 
Paul Howarth 
HarperCollins 
432 pagine 

"E non c'era davvero nulla. Il paesaggio si estendeva a perdita d'occhio davanti a loro, una tundra piatta e uniforme di praterie bruciate dal sole, boscaglia accidentata, alberi dalla sommità a ciuffi o dai contorni scheletrici..."
SINOSSI

1885, Queensland Centrale, Australia. È una torrida giornata e una siccità paralizzante minaccia di rovinare la famiglia McBride. Da mesi ormai la loro terra è riarsa, il bestiame affamato. Quando finalmente arriva la pioggia, è un miracolo che riaccende in loro la speranza di sopravvivere. Ma tornando a casa dopo un pomeriggio trascorso a nuotare in una pozza d’acqua, il quattordicenne Tommy e suo fratello Billy si trovano di fronte a una tragedia terribile: i loro genitori sono stati barbaramente trucidati e la sorellina, Mary, è in fin di vita. L’unico in grado di aiutarli è l’astuto, crudele John Sullivan, il più ricco proprietario terriero della zona, ex datore di lavoro del padre. Radunata una squadra per vendicare il torto subito dai due giovani fratelli, Sullivan ne affida il comando all'enigmatico ispettore Noone e alla sua Polizia nativa del Queensland, braccio armato del potere coloniale britannico incaricato della “dispersione” degli aborigeni per “proteggere” i diritti degli allevatori bianchi. Sarà lui a guidarli nella ricerca dei responsabili della strage. Ma il duro e sconvolgente inseguimento attraverso l’arido entroterra avrà un impatto devastante su quel paese appena nato e alla ricerca della propria identità. E segnerà in modo indelebile il giovanissimo Tommy, perseguitandolo per il resto della sua vita.

RECENSIONE


L'Australia rimase inesplorata dagli europei fino al XVIII° secolo, quando divenne meta di numerose spedizioni. 


Al tempo del loro primo contatto con i colonizzatori europei, nel tardo XVIII secolo, i nativi australiani, gli aborigeni, erano circa un milione ed erano prevalentemente popoli di cacciatori-raccoglitori, raccolti in circa 250 tribù aborigene, ognuna con una sua lingua e con le sue tradizioni. 

Nel 1606 ci fu il primo avvistamento ad opera di Willem Janszoon che sfiorò l'attuale Capo York; un decennio dopo, nel 1616, Dirk Hartog, a bordo dell'Eendracht, fu il primo europeo scendere sul suolo australiano; fra il 1635 e il 1645, poi, gli olandesi Peter Nuyts e, soprattutto, Abel Tasman esplorarono gran parte della costa meridionale e l'attuale isola di Tasmania e, credendo erroneamente che il sud dell'Australia costituisse un'isola diversa da quella toccata da Hartog, le diedero il nome di Nuova Olanda.

Nel 1768 James Cook partì per un lungo viaggio di esplorazioni nel Pacifico e, intuendo che la Nuova Olanda fosse un nuovo continente, il 28 aprile 1770 sbarcò a Botany Bay, a pochi chilometri dall'odierna Sydney, prendendo possesso di tutta la costa orientale in nome della Corona Britannica e dandogli il nome di Nuovo Galles del Sud.

Il nome Australia al posto di Nuova Olanda si deve all'inglese Matthew Flinders che nel 1803 circumnavigò il Paese.

Nel 1786, infine, il governo inglese approvò la costituzione di una colonia penale a Botany Bay, in cui rinchiudere i prigionieri condannati all'ergastolo o particolarmente pericolosi per la società: i detenuti a Botany Bay erano incaricati ai lavori forzati per estrarre le prime risorse minerarie scoperte, che poi venivano inviate in Gran Bretagna.

A seguito della colonizzazione, la popolazione aborigena è stata decimata e tra malattie, perdita della terra e omicidi, tra il XIX secolo e il XX secolo, si è ridotta di circa il 90%.

Ed è in questo contesto che è ambientato il romanzo d’esordio di Paul Howarth, Solo ladri e assassini. 

"Ciò che abbiamo fatto ai Kurrong era necessario, Tommy, e sta succedendo in tutto il paese. In Tasmania, i nativi sono scomparsi quasi del tutto. Il senso di colpa è collettivo, la responsabilità è condivisa. Tra un centinaio d'anni, nessuno si ricorderà più di quello che è successo qui e di certo a nessuno importerà qualcosa. La storia dimentica. A cose fatte, si scrive il resoconto, il resoconto diventa verità e noi raccontiamo a noi stessi che è sempre stato così, che i responsabili sono altri, che non avremmo potuto fare nulla al riguardo".


La storia si apre nel 1885 nell'entroterra del Queensland e il selvaggio West di Howarth è l'Australia di frontiera: gli ampi spazi aperti, le macchie bruciate, siccità, tempeste di polvere, rare piogge gelide e fredde, la desolata terra che si estende all'infinito... 

"Le catene montuose di stagliavano basse sull'orizzonte, informi e oscure: un giorno e mezzo di viaggio, eppure non si erano minimamente avvicinati. Ci sarebbero voluti ancora dei giorni per arrivarci e, in mezzo, non c'era nulla. Niente cittadine, niente insediamenti colonici: niente tra lì e Perth, a migliaia di chilometri di distanza, sulla costa occidentale; niente a eccezione della boscaglia selvaggia... ".

Le atmosfere sono quelle del selvaggio West americano e la mente va subito alla storia dei nativi americani e della loro oppressione. 

Ho trovato la prosa di Howarth cinematografica: ricca di atmosfere d'epoca, un'avvincente saga familiare, dove non mancano colpi di scena, efferati omicidi, stupri e vendette: mi ha ricordato i romanzi di Wilbur Smith, questi ambientati nel Sud Africa.

L'autore britannico, Paul Howarth, ha vissuto a Melbourne per sei anni prima di trasferirsi a Norwich con la sua famiglia e completare il Master in scrittura creativa presso l'Università dell'East Anglia nel 2015, dove gli è stata assegnata la borsa di studio Malcolm Bradbury. 




           VOTO: 🌟🌟🌟🌟

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