venerdì 15 novembre 2019

COMPANY PARADE di Margaret Storm Jameson - Fazi


COMPANY PARADE 
Margaret Storm Jameson 
Fazi – Le Strade 
404 pagine

“Ho lasciato il posto dove la mia gente abita da secoli per venire qui. Sono stata una pazza”
SINOSSI

Nel 1918, all'indomani dell’armistizio che pone fine alla grande guerra, la giovane Hervey Russell racchiude tutta la sua vita in un baule e dallo Yorkshire si trasferisce a Londra, lasciandosi alle spalle il marito e il figlio piccolo. Non ha denaro né esperienza, ma ha la forza di volontà della nonna imprenditrice e i sogni della gioventù; è forte e vulnerabile al tempo stesso, a muoverla sono la voglia di affermarsi e il desiderio di assicurare al figlio un futuro migliore. Mentre tenta di sfondare come scrittrice, di giorno lavora in un’agenzia pubblicitaria e la sera vaga per le strade della città, sola ma libera, lasciandosi deliziare da ogni particolare. Nemmeno la sofferenza al pensiero del figlio lontano riesce a oscurare l’euforia della novità e la consapevolezza di chi sta facendo la cosa giusta per sé. Hervey è una donna in un mondo di uomini: il capo David Renn, veterano solitario e disilluso; i due amici storici, ex soldati che hanno in mente di dare vita a un nuovo giornale; e poi scrittori presuntuosi, intellettuali salottieri e spregiudicati uomini d’affari. Anche il marito, ogni tanto, torna a fare capolino, mentre l’amante vuole portarla con sé in America.
Un meraviglioso affresco dell’ambiente culturale del tempo, con tutto il brio e l’effervescenza del mondo editoriale e pubblicitario londinese, si amalgama a un lucido spaccato della vita quotidiana dell’epoca, segnata dallo spaesamento e dalla frustrazione dei reduci e dei giovani lavoratori. In primo piano, però, ci sono la storia di una giovane protagonista coraggiosa e l’evoluzione delle conquiste femminili che hanno cambiato per sempre la vita delle donne.

RECENSIONE

Dalla Prefazione di Margaret Storm Jameson:

“Questo libro è il primo di cinque, o forse sei romanzi che costituiscono un tentativo, inevitabilmente incompleto, di raffigurare la contemporaneità. (…)

Per creare l’illusione della contemporaneità occorre naturalmente che una molteplicità di personaggi reciti la propria parte, e anche se il numero è stato ridotto al minimo indispensabile (al punto che talvolta un solo personaggio è costretto a fare il lavoro di un’intera moltitudine), l’autrice è stata piuttosto indaffarata; questo primo volume, in cui gran parte dei personaggi deve fare la sua apparizione, foss’anche solo per una volta, si presenta come una “parata”.
E da qui si comprende il titolo del romanzo, Company Parade: infatti, questo primo libro è una vera e propria parata di personaggi, un romanzo corale perché «Per creare l’illusione della contemporaneità è necessaria una molteplicità di personaggi». 

Company Parade di Margaret Storm Jameson è il primo volume della trilogia Lo specchio nel buio – seguono Love in Winter (1935) The Mirror in Darkness II e None Turn Back (1936) - edito, in Italia, da Fazi Editore.

Margaret Storm Jameson

Più di 50 i libri al suo attivo. 

Due matrimoni, di cui il secondo con Guy Patterson Chapman, Professore di storia moderna alla Leeds University e autore di una biografia su Alfred Dreyfus.

Prima donna a laurearsi in inglese all'Università di Leeds. 


Prima donna a ricevere una borsa di studio per una tesi post-laurea sempre a Leeds. 

Prima donna a presiedere l’English PEN


Margaret firmò i primi libri con due pseudonimi maschili, James Hill e William Lamb. 

Poi, da femminista e suffragetta quale era, iniziò a scrivere con il suo cognome da nubile e, da antinazista, fece l’introduzione all'edizione inglese del Diario di Anna Frank. 

“Già nei primi giorni di lavoro ho avuto impressioni antitetiche; in un messaggio alla redazione ho definito Company Parade un romanzo sorprendente. Sì, perché da un lato mi sentivo a mio agio nella scrittura elegante di Storm Jameson, nel suo lessico ricercato e talvolta addirittura astruso, nella sua ipotassi articolata, nel suo lungo periodare così insolito per una scrittrice inglese. Dall'altro lato, invece, ero spaesata perché il testo continuava a stupirmi con frequenti ambiguità di senso che in alcuni casi sfioravano la contraddizione. Avevo la netta impressione di perdermi qualcosa, navigavo a vista seguendo sì la rotta indicata, ma senza la consapevolezza di quella che avrebbe dovuto essere la meta: il senso univoco e profondo del testo.”, Velia Februari, traduttrice di Company Parade.


Ho trovato interessante questa frase della traduttrice di Company Parade, perché riassume perfettamente quello che ho provato nel leggere questo libro: una scrittura elegante, non urlata; i tanti personaggi vengono delineati in modo vivido e con una caratterizzazione molto accurata; tuttavia ho trovato il ritmo alquanto lento, ma lo attribuisco al fatto che è il primo libro di "presentazione", quello introduttivo.





Ma veniamo alla protagonista del romanzo, Hervey Russell. 

Una giovane donna, moglie e madre, che al termine della guerra, nel 1918, decide di trasferirsi dallo Yorkshire a Londra - lasciando il figlio ad un'altra donna, che lo accudisce, e il marito - per avere successo come scrittrice, trovando lavoro presso un'agenzia pubblicitaria.
“Era troppo insoddisfatta, posseduta dal demone dell’energia e dell’ambizione. Di fronte alla vaga prospettiva di una rinuncia, subito pensò che non poteva tornare nello Yorkshire, vivere nel completo anonimato. Doveva pur avere qualcosa da dimostrare al mondo.”
Hervey è un personaggio complesso e contraddittorio, forte e vulnerabile, anche se a volte questo suo carattere contraddittorio si fa fatica a capire, per esempio quando si prende colpe non sue e giustifica il marito, anche quando scopre che l'ha tradita! 
E da mamma, soprattutto, faccio fatica a comprendere la scelta di "abbandonare" il figlio per cercare fortuna altrove, ma, d'altronde, erano altri tempi con un altro modo di vivere e pensare, completamente estraneo alla mentalità odierna, e, in primis, era una società che usciva dalla Grande guerra.
"Quella Hervey era una creatura appassionata, avventata, avida di esperienze, spinta, inaffidabile, trasgressiva, cinica, crudelmente perspicace. Forse era la più autentica; ma, ce n'era un'altra, una giovane donna avveduta e tradizionalista, che la osservava e la teneva a bada e faceva quel che poteva per guadagnare soldi e conquistarsi una vita stabile."
Questo romanzo mi ha ricordato le donne de La Famiglia Aubrey di Rebecca West, le Figlie di una nuova era di Carmen Korn e Le sorelle Mitford di Mary S. Lovell: tutte donne indipendenti e moderne. 

Spero che il seguito, “Lo specchio nel buio”, mi faccia entrare più in sintonia con la protagonista e con il racconto stesso...le premesse sono buone.

Concludo con l'introduzione al romanzo di Nadia Terranova: 

“Lasciatevene incantare, lasciatevi assorbire dalla verosimiglianza dei dialoghi, dal rumore dei pensieri, da quello che i personaggi si dicono e soprattutto da quello che non si dicono. Quando sarà finito tornerete alle prime righe della prefazione, in cui l’autrice dice che Company Parade è il primo romanzo di un ciclo, chiamato Lo specchio nel buio. Sarete tanto affamati della sua scrittura, delle sue storie, che quella di leggere altro di suo non vi sembrerà più una semplice dichiarazione, ma una luminosa e immancabile promessa.”

VOTO:  🌟🌟🌟

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