venerdì 11 ottobre 2019

NESSUNO UCCIDE LA MORTE di Leonardo Palmisano - Fandango

NESSUNO UCCIDE LA MORTE 
Leonardo Palmisano
232 pagine

"Qualche mese prima Durante l’estate precedente, il boss di Carovigno Antonio De Guido, sovrano indiscusso della Commissione (la cupola della Sacra Corona Unita), è stato neutralizzato dallo Stato grazie all’intervento del bandito Carlo Mazzacani. Approfittando dell'occasione, Oronzo Senese, boss di Fasano e storico rivale di Antonio De Guido, ha complottato contro le cosche joniche della 'ndrangheta per sottrarre Taranto all'egemonia di Elia Colucci, un camorrista vicino a De Guido e amico di lunga data del bandito Mazzacani."
SINOSSI

È quasi Natale quando Elia Colucci, camorrista malato di Sla, sparisce mentre sta andando a incontrare in una valle della Calabria gli ’ndranghetisti, con cui deve discutere del futuro di Tamburi, il rione di Taranto di cui è a capo, l’unico rimasto fedele alle famiglie napoletane. Ad accompagnarlo il suo giovane fidanzato Matteo Maltempo che in Valle d’Itria gestisce un commercio illegale di alcolici sotto la copertura di una comunità spirituale. Dopo quell’incontro, di Colucci si perdono le tracce, mentre di Maltempo viene ritrovato il cadavere che porta i segni inequivocabili di una tortura violenta, quasi si fosse trattato di un omicidio rituale. Carlo Mazzacani è stato costretto a rimanere in Sardegna, lontano dal suo compare Luigi Mascione, ma alla notizia della scomparsa di Elia decide di tornare: Elia è un amico, quando il bandito è stato in pericolo lo ha sempre aiutato. Mentre camorristi e ’ndranghetisti cercano di spartirsi la Valle d’Itria e la procuratrice Buonamica collabora con la Pm di Catanzaro per venire a capo dell’assassinio di Maltempo, Mazzacani si mette alla ricerca di Elia, determinato a trovarlo prima dei suoi molti nemici e prima delle forze dell’ordine. Ma qualcosa in quello che scopre non lo convince, la chiave per risolvere questo caso è nascosta tra i trulli della comunità con cui faceva affari Maltempo e tra i segreti della sua guida spirituale, una misteriosa vecchia signora di nome Alina Desiati.

RECENSIONE




Continua con questo secondo capitolo - il precedente romanzo, “Tutto torna”- la saga del bandito Carlo Mazzacani, protagonista di una serie di gialli che raccontano il crimine organizzato al sud Italia con un thriller su amore e amicizia. 

Elia Colucci, camorrista che opera a Taranto; Matteo Maltempo, capo di un gruppo di contrabbandieri di superalcolici nella Valle d’Itria; Teresa Buonamica, capo della Direzione Regionale Antimafia di Puglia (DRAP); Gianluca Carlucci, agente della Direzione Investigativa Antimafia pugliese; Luigi Mascione, chiamato “il gigante”, sempre della Banda dei Santi. 


Tanti i protagonisti di questo romanzo corale e tra tutti spicca Carlo Mazzacani: ex capo della Banda dei Santi, nato a Carovigno, si definisce non un mafioso ma un bandito, sa farsi valere e ha una spiccata parlata pugliese, che rende perfettamente l’atmosfera.

«Carlo Mazzacani è una specie a parte. Niente a che vedere con la mafia. Uno che attraversa i muri. Un fantasma. Uno così nasce una volta ogni cent’anni».



Dalla Sardegna, passando dalla Calabria e dalla Puglia per arrivare all'estero, in Lussemburgo, Mazzacani dovrà cercare, per incarico dei vertici mafiosi e sotto lo stretto controllo della procuratrice Buonamica, Elia Colucci, camorrista malato di Sla sparito dopo un incontro con gli ’ndranghetisti in una valle sperduta della Calabria, mentre Matteo Maltempo, il suo amante, viene ritrovato morto con i segni inequivocabili di una tortura violenta, quasi si fosse trattato di un omicidio rituale.
“Vivere, Lui’. Vogghjiu campare senza farmi fottere da li calabresi. Senza farmi fottere da nessuno. Facimo ’nu giro e vidimo se troviamo Elia. Va bueno?”, disse Mazzacani guardando il suo secondo."
E’ una storia dura, vera: sembra di leggere la cronaca nera: uccisioni, gambizzazioni, vendette, ritorsioni della criminalità organizzata - come la camorra napoletana, la ‘ndrangheta calabrese, la sacra corona unita pugliese e la mafia albanese.
“Carlo, ricorda questa cosa, ma ricordala per sempre: nessuno uccide la morte. Nessuno, nemmeno noi”.
Sul finale c'è la risoluzione del caso con uno spiraglio per nuove avventure: ci sarà un altro caso da risolvere per il bandito Mazzacani?

Ho trovato questo romanzo coinvolgente e travolgente con un ritmo serrato e la lettura molto scorrevole, ho divorato le pagine: è un affresco, uno spaccato sul reale, come la cronaca nera che si vede nei telegiornali. 

Non nego che ho provato ad immaginare una trasposizione televisiva della saga del bandito Mazzacani: che qualcuno ci stia già pensando?!?

Ringrazio la casa editrice Fandango per questo omaggio e per avermi fatto scoprire Leonardo Palmisano!

⏩Consigliato agli amanti del genere "giallo" ⏪



CHI E’ LEONARDO PALMISANO?



Leonardo Palmisano è scrittore ed etnografo. Presiede la cooperativa Radici Future Produzioni ed è vicepresidente nazionale di CulTurMedia di LegaCoop. Esperto di lavoro, migrazioni e criminalità organizzata, è consulente sul rapporto tra mafie e territorio per enti pubblici e privati. È autore di inchieste, saggi, sceneggiature e romanzi.

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