venerdì 13 settembre 2019

ROSAMUND di Rebecca West - Fazi Editore

Rosamund di Rebecca West 
Fazi Editore, pagg.422 


SINOSSI - Mentre lo scintillio degli anni Venti cede il posto alla Grande Depressione, Mary e Rose sono ormai due pianiste famose. Girano l’America soggiornando negli alberghi più esclusivi e vengono accolte come star alle feste d’élite, dove lo champagne scorre a fiumi e gli invitati sono ricchi, affascinanti e privilegiati. Di pari passo al lusso e al successo, si trovano però ad affrontare una società crudele e la volgarità di chi si finge amante della musica senza realmente comprenderla. Ma soprattutto le due gemelle non riescono a colmare il divario tra presente e passato e a intessere nuove relazioni; prostrate dal dolore per la scomparsa della cara madre e dell’adorato fratello, subiranno anche l’allontanamento dell’unica persona che sarebbe in grado di dare valore alle loro esistenze: l’affascinante cugina Rosamund, che ha inspiegabilmente sposato un uomo avido e volgare, la quale abbandona il suo lavoro per viaggiare all'estero con lui.

RECENSIONE

Eccoci arrivati all'epilogo della saga degli Aubrey iniziata con “La famiglia Aubrey”, proseguita con “Nel cuore della notte” e conclusa con “Rosamund”.

Ringrazio, innanzitutto, la Fazi Editore per avermi dato l’opportunità di leggere in anteprima il libro.

Nel precedente romanzo Mary e Rose erano all'inizio dell’età adulta ed alle prese con il nuovo loro lavoro di concertiste; Cordelia ha trovato l’amore e si è sposata; la cugina Rosamund è diventata infermiera; infine, purtroppo, il fratello Richard, tanto amato, e la mamma sono morti.

"Dopo la morte di Richard Quin e della mamma, niente aveva più lo stesso interesse per noi. Non credo esistano altri due esseri umani che abbiano trascorso un periodo così divertente e allegro come quello vissuto da me e Mary dopo che il matrimonio di Cordelia ci aveva lasciate sole con nostra madre, nostro fratello e Kate."
In questo ultimo romanzo le storie dei vari protagonisti, raccontate sempre dal punto di vista di Rose, procedono placidamente: Mary e Rose girano sempre di più per il mondo per fare concerti, chiamate ed acclamate da tutti, soprattutto dall'alta società; Cordelia che ormai è presa dal suo matrimonio e che non ha più tante occasioni per vedersi con le sorelle; la cugina Nancy che convola a nozze; e, infine, Rosamund, che si sposa con Nestor Ganymedios ed il cui matrimonio suscita non poco sgomento in Mary e Rose.
"Ero furiosa. Mi sembrava contro natura che fosse felice con quell'uomo di una spanna più basso di lei, ridicolo nella forma, con una testa che si attaccava al corpo quasi senza collo, e la cui rotondità diminuiva man mano si scendeva verso i piedi minuscoli così da farlo sembrare un pesce in piedi sulla coda. E lei non era certo felice con lui. La faceva vergognare e provava una tale repulsione da non lasciare spazio per nessun’altra sensazione. L’unica emozione che non era stata sradicata in lei, paradossalmente, era la sua risoluta lealtà nei confronti della causa della disperazione stessa. Quell'uomo non poteva avere un diritto del genere su di lei a meno che non fosse sul punto di diventare pazzo o di morire di fame. Di sicuro c’era già la schiuma della follia nelle sue frasi."
Mary e Rose non possono che far conto una sull'altra e per loro The Dog and Duck a Cookham sul Tamigi, il pub gestito dagli gli zii, diventa un ricovero dove rifugiarsi e riposarsi con la famiglia e lo zelante signor Morpurgo.
«Non potrei avere nessun innamorato. Non posso amare nessuno a eccezione delle persone che amo da quando sono bambina. Mio padre. Mia madre. Richard Quin, che sono morti. E Mary. E Rosamund. Ci sono altre persone che amo: Kate, che conosci, e la vecchia signora Beevor, e tre persone che gestiscono un pub sul Tamigi chiamato Dog and Duck, e una ragazza chiamata Nancy. E anche loro mi sono stati donati dalla mia famiglia. Ma per quel che riguarda l’amore più profondo, il genere di amore che senti per Celia, non posso andare oltre quelle cinque persone. Non amerò mai nessuno come amo loro»
Questo terzo romanzo - pubblicato postumo nel 1988 grazie agli appunti autografi - termina incompiuto, anche abbastanza di botto, alle soglie del crack finanziario del '29 in America.
“In America, dopo il crack finanziario, né a me né a Mary offrivano tour interessanti e i nostri agenti ci suggerivano sempre di rifiutare; ma non riuscivamo a stare lontane da quel luogo e provavamo un desiderio struggente di rivedere il foliage autunnale e di stare di nuovo con i nostri amici. Erano persone così cordiali e così appassionatamente vitali; stare con loro era come essere in slitta insieme a qualcuno che ci piaceva, stringendolo con le braccia e lanciandoci giù per la collina a scivolare sulla neve. Non mi dispiaceva esserci andata, anche se significava lasciare Oliver per tre mesi, e Mary era molto contenta, perché le piaceva acquisire nuove certezze intellettuali. Non eravamo riuscite a capire cosa fosse successo in America nel 1929 finché non ci andammo.”
Rebecca West

In realtà, secondo i piani di Rebecca West, ci sarebbe dovuto essere anche un quarto volume ambientato durante il nazismo, che avrebbe così concluso le vicende lasciate sospese.

Sinceramente, questo ultimo capitolo della saga degli Aubrey mi ha lasciato un po’ perplessa, in quanto il romanzo s’intitola Rosamund, lasciando intendere che la cugina avrà un ruolo da protagonista: ebbene, nulla di tutto ciò, anzi, trovo che Rosamund abbia addirittura un ruolo marginale nell'economia generale del romanzo, per quanto sia sempre presente nei pensieri delle protagoniste.

Il carattere distintivo di questo romanzo, come degli altri due romanzi precedenti, è la descrizione degli eventi e, soprattutto, dei luoghi e dei sentimenti e questo si rispecchia nel ritmo della scrittura lento e cadenzato, addirittura prolisso, ma, in ogni caso, di altissimo livello.

Una novità rispetto agli altri episodi è la preponderanza della musica che viene sviscerata in tutti i suoi aspetti.

"Oliver stava pestando sui tasti il secondo movimento del concerto per pianoforte in La minore di Mozart. Il pianoforte era stata la sua seconda materia all'Athenaeum, ma la sua tecnica – e sicuramente una certa tecnica l’aveva avuta – era morta a causa dell’influenza mortale della composizione, che, con l’eccezione di geni rarissimi e disumani come Busoni, rende chiunque assolutamente incapace di suonare il piano, se non in senso crudamente utilitaristico. Un compositore siede alla tastiera e suona come se fosse un uomo corpulento che sta usando un apriscatole non affilato. A lui non interessa sentire la musica come il compositore voleva che la sentisse il suo pubblico; a lui interessa esaurirne fino in fondo le idee e capire come quelle idee sono apparse al compositore nel momento del loro concepimento, così da separare il contenuto dalla forma. I compositori, quando suonano, scuciono il lavoro, invece di ricucirlo. È una cosa offensiva per i pianisti, a meno che il compositore che suona non abbia un talento maggiore del compositore di cui sta maltrattando il lavoro. Non potevo ritenere Oliver un compositore più grande di Mozart, anche se per un istante mi trovai posseduta dalla speranza insana che in qualche futuro lavoro avrebbe potuto dimostrare il contrario. Poi mi chiesi perché io, che suonavo Mozart tanto bene in confronto a qualsiasi altro pianista, mi stavo dando pena per quest’uomo che insisteva a trascorrere la vita componendo infinitamente meno bene di Mozart.”
La trilogia degli Aubrey

La trilogia degli Aubrey è ispirata alla storia familiare di Rebecca West.

Infatti, la madre Isabella, scozzese, fu una musicista che, a causa degli impegni familiari, rinunciò alla carriera da concertista; mentre il padre, Charles Fairfield, fu un politologo e pensatore, che non riuscì mai nell'intento di sostenere economicamente la famiglia.​

Nel complesso, al termine della lettura della trilogia, devo dire che l'aspetto che più mi è piaciuto è lo stile narrativo e descrittivo della West - molto british - ma ho trovato la trama alquanto lenta, senza grossi scossoni e senza quel pizzico di pathos da farmi innamorare di questa famiglia: insomma, non è scattata la scintilla. 


In ogni caso, chapeau alla West!

VOTO: 🌟🌟🌟 1/2

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