martedì 3 settembre 2019

ADDIO FANTASMI di Nadia Terranova - Einaudi Stile Libero


 Nadia Terranova
ADDIO FANTASMI
Einaudi Stile Libero
 pagg. 208

“No, non si smette di amare qualcuno quando il suo nome e il suo corpo si sono sottratti: degli assenti ci portiamo dietro la voce e l'odore, le due tracce più volatili, sapremmo riconoscerle ovunque e ogni tanto ci pare di sentirle, e allora ci affezioniamo a ciò che ce le ha ricordate, uno spazio o una persona o un rumore.”

SINOSSI - Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l’ha richiamata in vista della ristrutturazione dell’appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l’ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitré anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è più tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un’identità fondata sull'anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. Specchiandosi nell'assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d’infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.

RECENSIONE

“Una mattina di metà settembre mia madre mi telefonò per avvisarmi che entro qualche giorno sarebbero iniziati i lavori sul tetto di casa nostra. Disse proprio così: nostra. Ma io avevo già da tempo in un'altra città un'altra casa a cui badare, una casa presa in affitto da me e da un'altra persona insieme; non esisteva più una casa che avrei chiamato nostra, quell'etichetta di era staccata quando ero andata via e negli anni successivi ne avevo ripulito la memoria con accurata violenza.”

Inizia così “Addio fantasmi” con Ida, la protagonista e la voce narrante, che da Roma, dove vive con il compagno, torna a Messina, la sua città natale, per aiutare la madre a ristrutturare l’appartamento di famiglia.

Ma non sarà solo una ristrutturazione materiale, sarà anche e soprattutto una ristrutturazione interiore. E non sarà un ritorno, un nostos, semplice: Ida dovrà fare i conti con il suo passato, doloroso, che riaprirà ferite mai rimarginate.

Un passato che per lei è ancora presente e che si è fermato a quando aveva 13 anni, a quando l’orologio segnava le 6.16, a quando suo padre, malato di depressione, uscendo di casa, non è più tornato…
“La morte è un punto fermo, mentre la scomparsa è la mancanza di un punto, di qualsiasi segno di interpunzione alla fine delle parole. Chi scompare ridisegna il tempo, e un circolo di ossessioni avvolge chi sopravvive. Mio padre, quella mattina, aveva deciso di scivolare via …”
E questa assenza è stata colmata da lei e dalla madre con i silenzi, con il mutismo, con l’indifferenza.
“Fra il tramonto e la cena, l’assenza di mio padre tornava a visitarmi. Aprivo il balcone sperando che il temporale filtrasse dai soffitti e squarciasse le crepe sul muro, supplicavo la tramontana di trasformarsi in uragano e rovesciare in terra l’orologio e le sedie, all'aria il letto, i cuscini, le lenzuola. Non vuoi sapere che sono diventata grande, non ti interessa?, chiedevo, e nessuno rispondeva”.

Ecco cosa ha detto di questo romanzo Pierluigi Battista, colui che lo ha proposto come candidato per il Premio Strega:

«In questo romanzo emozionante e profondo Nadia Terranova, come Telemaco alla ricerca del padre Odisseo, torna nella sua città natale e nella casa messinese della sua infanzia alla ricerca di tracce della figura paterna che si è come volatilizzata, rendendosi assente al mondo ma non nella memoria della protagonista... Mentre Telemaco parte da Itaca per conoscere il destino del padre, Nadia Terranova torna a Itaca-Messina perché attraverso gli oggetti della sua infanzia, gli odori e i colori della sua città, l’atmosfera della casa che la madre ha deciso di mettere in vendita, può finalmente fare i conti con se stessa e con il fantasma di un padre che non c’è più. E mettere a punto, nel tratto di mare che separa Scilla e Cariddi, la cerimonia degli addii indispensabile per continuare a vivere dopo aver portato a termine il lutto.»

Il romanzo è un continuo flusso di coscienza della protagonista con flashback tra passato e presente, tra ieri e oggi, che la porterà ad affrontare i suoi fantasmi e per dire loro, infine, Addio.

Questo è il primo libro che leggo di Nadia Terranova e ho trovato la sua scrittura ordinata, rigorosa, evocativa, essenziale, lineare, pur nella complessità e delicatezza dell’argomento affrontato, e non mi ha conquistato tanto per la storia narrata, quanto, piuttosto, per le emozioni che mi ha lasciato addosso dopo averlo terminato.

Finito questo libro, continuerò la mia lettura della “cinquina” dei finalisti del Premio Strega 2019 per terminare con quello del vincitore.


VOTO: 🌟🌟🌟🌟

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