martedì 25 giugno 2019

IL SUSSURRO DEL MONDO di Richard Powers - La Nave di Teseo


















Inizio subito confessandovi che questo mese sono in seria difficoltà perché questo è il terzo libro consecutivo che mi ha emozionato!

Ma già dire così è sminuente, perché questo è un libro potente, che apre la mente e che fa riflettere: da oggi in poi non potrò più guardare un albero come facevo prima della lettura di questo romanzo.

La filosofia che serpeggia per tutto il racconto è che gli esseri umani, consapevolmente o meno, non comprendono a che livello di distruzione hanno portato il pianeta: le piante e gli alberi stanno solo ora cominciando a essere compresi come esseri che comunicano tra di loro, apprendono dai loro simili e dall'ambiente che hanno intorno e, in alcuni casi, si prendono addirittura cura della propria progenie.

Trovo sconvolgente tutto ciò, inimmaginabile, eppure tutto documentato.

TRAMA - Patricia Westerford – detta Patty-la-Pianta – comincia a parlare all’età di tre anni. Quando finalmente le parole iniziano a fluire, assomigliano piuttosto a un farfugliare incomprensibile. L’unico che sembra capire il mondo di Patricia, sin da piccola innamorata di qualsiasi cosa avesse dei ramoscelli, è suo padre – “la sua aria e la sua acqua” – che la porta con sé nei viaggi attraverso i boschi e le foreste d’America, a scoprire la misteriosa e stupefacente varietà degli alberi. Cresciuta, dottorata ribelle in botanica, Patty-la-Pianta fa una scoperta sensazionale che potrebbe rappresentare il disvelamento del mistero del mondo, il compimento di una vita spesa a guardare e ascoltare la natura: le piante comunicano fra loro tramite un codice segreto. Ma questo è solo l’inizio di una storia che si dipana come per anelli concentrici: intorno a Patty-la-Pianta si intrecciano infatti i destini di nove indimenticabili personaggi che a poco a poco convergono in California, dove una sequoia gigante rischia di essere abbattuta. Il sussurro del mondo è un’opera immensa, un appassionato atto di resistenza e impegno, un inno d’amore alla letteratura, al potere delle storie, alla grandiosità della natura.

RECENSIONE

Dalla motivazione del Premio Pulitzer 2019 per la Narrativa, si tratta di «un racconto strutturato con ingegno, capace di ramificarsi e creare chiaroscuri come le chiome degli alberi al centro della storia. La meraviglia e la sinergia di questi alberi fa da eco alle persone che vivono tra loro».

E oltre a questo prestigioso premio, ha vinto anche come Miglior libro del 2018 per The New York Times, The Washington Post, Time, The Oprah Magazine, Newsweek, Chicago Tribune, Kirkus Reviews. Premio Pulitzer 2019, Gran Prix de Littérature Américaine 2018, finalista al Booker Prize 2019, finalista al PEN/Jean Stein Book Award 2019.

Se mi permettete un termine usato nel gergo giovanile, direi proprio… Tanta roba…

Ma chi è Richard Powers?




Classe 1957, nato in Illinois, romanziere statunitense, questo è il suo dodicesimo romanzo, mentre il suo primo romanzo è Tre contadini che vanno a ballare, pubblicato nel 1985.

Prima di scrivere questo romanzo, Powers ha vissuto e insegnato all’Università di Stanford a Palo Alto, tra la Silicon Valley e le foreste della California; da poco si è trasferito sulle Great Smoky Mountains del Tennessee per vivere in profondità nei boschi, dove "camminare per un sentiero è diventato importante per me quanto scrivere".

Ed è proprio qui che “Nel corso delle mie ricerche per Il sussurro del mondo sono rimasto sconvolto dall’apprendere che il 98 per cento delle foreste vergini degli Stati Uniti è stato abbattuto e che ora ne rimangono solo poche zone sparse. Continuavo a leggere che chi ha il desiderio di vedere una foresta vergine di latifoglie orientale, deve venire qui nelle Great Smoky Mountains degli Appalachi meridionali. Sono venuto da queste parti per un viaggio di studio e camminare nel mezzo di alcune tra le più vaste foreste vergini superstiti d’America. La vista, il suono e l’odore di tali foreste mi hanno travolto. Mi sono reso conto che era la prima volta in vita mia che vedevo com’è fatta una foresta sana e perfettamente funzionante. Me ne sono innamorato. Un anno più tardi, i miei pensieri erano ancora rivolti a queste foreste. Così sono tornato e ho comprato casa, e da allora vivo qui. Ora nel mio cortile ho mezzo milione di acri di natura selvaggia, con un numero di specie di alberi maggiore rispetto a quelli presenti in tutta Europa, dal Portogallo agli Stati baltici. Posso camminare ore e ore e non incontrare mai un altro mammifero bipede. Credo che sia l’evoluzione più felice dei miei 34 anni di carriera di scrittore!».”

Tale, dunque, la genesi di questo romanzo che ben potrebbe definirsi un manifesto ecologico per la natura.

«La più grande beatitudine offerta dai campi e dai boschi è la suggestione di un’occulta relazione tra l’uomo e la vegetazione. Non sono solo e sconosciuto. Essi mi mandano segnali e altrettanto faccio io», Emerson: è una delle citazioni in esergo presenti nel libro e potrebbe anche essere una delle tante interpretazioni da dare al libro.

E visto che non si può parlare di Emerson senza citare anche Thoreau – e, infatti, il primo per Thoreau è stato un modello di vita e ispirazione tanto che per ben due anni ha vissuto nella sua casa come factotum - nel suo celebre Walden ovvero Vita nei boschi, Henry David Thoreau racconta, come se stesse scrivendo un diario, dei suoi due anni di vita solitaria vissuti nei boschi del Massachusetts per entrare in contatto con la natura e meditare sulla vita.

Impossibile non pensare a questi due autori mentre leggevo questo romanzo!

D’altronde che le tematiche ecologiche siano sempre più in auge si capisce anche dal successo riscosso dalla giovanissima attivista svedese Greta Thunberg, che si batte in ogni angolo del mondo con lo slogan Skolstrejk för klimatet («sciopero scolastico per il clima») per sostenere lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico.

Ma torniamo al libro, la cui struttura è particolare.

Il libro si compone, infatti, di quattro grandi sezioni: Radici, Tronco, Chioma, Semi (guarda caso ho appena studiato insieme a mia figlia per un compito com’è fatto un albero!).

Il primo, RADICI, a sua volta è suddiviso in otto sottocapitoli, apparentemente indipendenti tra loro: ognuno di questi è una lunga introduzione ai nove protagonisti.

Nicholas Hoel, un artista ambientale, che raccoglie una tradizione di famiglia iniziata con il bis-bis-bis-bisnonno, il quale aveva piantato un seme di castagno nella sua fattoria in Iowa, a chilometri di distanza dalla sua area naturale: per anni e anni lui e i suoi predecessori hanno fotografato l'albero nello stesso luogo, una volta al mese, arrivando a riunire tutte le foto in un book fotografico. 


"Ogni immagine da sola non mostra che altro che l'albero su cui si è arrampicato così spesso da poterlo fare a occhi chiusi. Ma se si sfogliano rapidamente, una colonna corinzi legno di leva sotto il suo pollice, scuotendosi e liberandosi con una scrollata. Tre quarti di secolo passano nello stesso tempo che ci vuole a rendere grazie al Signore."

Mimi Ma, una donna ingegnere semi-cinese.

Adam Appich, uno studente di dottorato in psicologia.

Douglas Pavlicek, un veterano del Vietnam.

Neelay Mehta, un genio del computer legato alla sedia a rotelle, ossessionato dalla programmazione, che alla fine inventa un gioco per pc di successo globale.

Patricia Westerford, dottoressa in scienze forestali, nonché botanica che scopre come gli alberi comunichino tra loro. 


"Lui le spiega come il termine beech, faggio, si trasforma nella parola book, libro, nel continuo evolversi del linguaggio. Come libro di sua sviluppato dalle radici del faggio, molto tempo addietro nella lingua madre. Come la corteccia del faggio ospitasse le prime parole sanscrite...Patty diventa la stella di suo padre e la sua unica allieva per la semplice ragione che soltanto lei, di tutta la famiglia, intuisce quello che lui sa: il fatto che le piante sono creature caparbie e abili e alla ricerca di qualcosa, proprio come le persone."

Olivia Vandergriff, una festaiola del college, finché un'esperienza di pre-morte non la trasforma.



Infine, una coppia sposata, Ray Brinkman e Dorothy Cazaly, rispettivamente un avvocato e una stenografa, che sono anche attori dilettanti.

Un’altra chiave di lettura del romanzo è quella di elencare i suoi alberi, associati ai protagonisti: il castagno americano che sopravvive alla piaga decimante della famiglia Iowa della famiglia Hoel; il gelso che il padre immigrato cinese di Mimi pianta nel loro cortile; il baniano che salva la vita di Douglas quando viene sparato dal cielo in Vietnam; la quercia che causa l'incidente devastante di Neelay; e, al centro di tutto, una sequoia secolare di nome Mimas che funge da casa per Nicholas e Olivia, che vivono in una piattaforma tra le sue diramazioni per quasi un anno, a centinaia di metri dal suolo.

La seconda parte del libro è dedicata al TRONCO, CHIOMA e SEMI ed è qui che le vite dei protagonisti – tranne tre che non convergono mai nella storia principale, Neelay Mehta, Ray Brinkman e Dorothy Cazaly - s’intersecano tra loro e si arriva a comprendere tutto l’impianto del racconto.

Tutto il libro, quindi, racconta il destino di queste nove persone che, ciascuna coi propri tempi e a proprio modo, sono diventate fortemente coscienti della distruzione del mondo degli esseri viventi: per questo alcuni arrivano a mettere a repentaglio le proprie vite, e a perderle, per salvare gli ultimi tratti rimanenti di foresta vergine dell’America del Nord; altri infrangono la legge e, in preda alla disperazione, diventano violenti, fino ad essere incarcerati, per cercare di rallentare la distruzione di intere foreste.


"Non è una risposta dire che i ruscelli e le foreste non possono avere uno status giuridico perché i ruscelli e le foreste non parlano. Nemmeno le aziende parlano; né gli stati, le tenute, i neonati, gli inetti, i municipi, o le università. Gli avvocati parlano al posto loro". 

Romanzo coinvolgente, denso e complesso con una prosa scorrevole ma ricercata.

Romanzo con un messaggio finale per tutti gli uomini e che dovrebbe scuotere le coscienze di tutti! 






"Poiché anche per l'albero c'è speranza:
se viene tagliato, ancora ributta
e i suoi germogli non cessano di crescere;
se sotto terra invecchia la sua radice
e al suolo muore il suo tronco, 
al sentore dell'acqua rigermoglia
e mette rami come nuova pianta. 
L'uomo, invece, se muore, giace inerte, 
quando il mortale spira, dov'è?"

Nessun commento:

Posta un commento

Chiara e la principessa rivoluzionaria

  Chiara e la principessa rivoluzionaria Ciao Chiara, innanzitutto voglio darti il benvenuto sul mio Blog letterario. Oggi parleremo del tuo...